Abituale frequentatore di generi più disparati, l'eclettico regista Kiyoshi Kurosawa, arrivato al 25° film, affronta per la prima volta il dramma storico e la spy story, in "Wife of a Spy", presentato in Concorso alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia, dopo essere già stato trasmesso dalla televisione giapponese.
È il 1940 a Kobe, la notte prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Il mercante locale Yusaku Fukuhara sente che le cose stanno prendendo una brutta piega e decide di recarsi in Manciuria, senza portare con sé la moglie Satoko. Lì è casualmente testimone di un atto di barbarie e, determinato a renderlo pubblico, entra in azione. Nel frattempo, Satoko viene contattata da Taiji Tsumori, suo amico d’infanzia e membro della polizia militare, il quale le racconta della morte di una donna che suo marito ha riportato in Giappone dalla Manciuria. Satoko è accecata dalla gelosia e se la prende con Yusaku. Ma quando scopre le vere intenzioni del marito, fa una cosa impensabile per garantire la sua incolumità e la loro felicità.
Bisogna aspettare i titoli di coda per ottenere la risposta al dubbio che accompagna tutta la visione: il regista è veramente lo stesso di film come "Pulse - Kairo" o "Journey to the Shore"? La conferma dei nostri timori ci lascia ancora più increduli. La rottura "dall'interno" delle convenzioni di genere per spostare il focus sulle identità e sulle relazioni umane, la presenza incombente di fantasmi, le elissi che creano buchi narrativi irrisolti. Impossibile non andare ostinatamente alla ricerca dei tratti che hanno portato il regista all'attenzione mondiale. Si potrebbe guardare a "Wife of a Spy" come a una storia che utilizza l'assunto spionistico come mero espediente narrativo, per mettere in primo piano le dinamiche romance e di coppia tra i due coniugi. I sospetti, la fiducia reciproca, la stigmatizzazione sociale, il compiere le giuste scelte che sono anche quelle più difficili. Come la Mostra 2020 ci ha abituato, l'attenzione è soprattutto rivolta al personaggio femminile, figura tragica nella sua lotta con i sentimenti, che approfitta della poca considerazione che le rivolgono gli uomini in quanto donna per ingannarli e sopravvivere.
Il problema è che Kiyoshi (lo chiamiamo per nome, per non creare confusione), si adagia alla materia e ai personaggi con calligrafismo, realizzando un film elegante e algido più che ambiguo e stratificato, che fino alla fine aderisce perfettamente senza scossoni alle regole consolidate. Anche a livello stilistico, i suoi tipici movimenti di macchina sono praticamente assenti, mentre è appena accennata, quasi di default, una costruzione dello spazio e una disposizione delle figure su più livelli, che sfrutta l'intrinseca struttura aperta e ampia degli interni giapponesi. Il plot è chiaro e lineare, la dimensione fantasmagorica relegata a breve intermezzo onirico.
Una fotografia dai colori grigi e giallastri, consueta patina da film ambientato durante il secondo conflitto mondiale, illumina le scene in modo uniforme, evitando il contrasto tra luci e ombre, rinforzando l’idea dell’assoluta integrità dei due coniugi, privi di una qualunque intrigante ambivalenza. Il conflitto interiore di Satoko (denunciare o collaborare col marito?) viene risolto facilmente, annacquandone la complessità. Ogni potenziale tema di riflessione (in particolare, il valore e la capacità persuasiva delle immagini cinematografiche, il gioco delle maschere e delle parti) resta in superficie, appena abbozzato.
Nell'epilogo, la drammaticità della Storia prende il sopravvento, quando ci vengono mostrate le rovine causate dai bombardamenti aerei. Se anche queste scene potrebbero far pensare a un altro tipico elemento del cinema del regista (i "mondi che cadono", titolo del volume monografico di Giacomo Calorio), le interconnessioni non sono niente di più che un (eventuale) easter egg per i suoi cultori.
cast:
Yusaku Fukuhara, Yasuharu Tsumori, Hiroko Kusakabe, Satoko Fukuhara
regia:
Kiyoshi Kurosawa
titolo originale:
Supai no tsuma
distribuzione:
Mubi
durata:
115'
produzione:
NHK, NHK Enterprises, Incline, C I Entertainement
sceneggiatura:
Ryûsuke Hamaguchi, Kiyoshi Kurosawa, Tadashi Nohara
fotografia:
Tetsunosuke Sasaki
scenografie:
Norifumi Ataka
montaggio:
Lee Hidemi
costumi:
Haruki Koketsu
musiche:
Ryosuke Nagaoka