"Per quasi quarant’anni questa storia ha reso un fedele servizio a tutti i Giovani di Cuore e il Tempo non è riuscito a far sfiorire la sua garbata filosofia. A tutti coloro che continuano ad amarla…e ai Giovani di Cuore… noi dedichiamo questo film".
Con tale incipit, viene portata nelle sale la più celebre rivisitazione del romanzo del 1900 "Il meraviglioso mago di Oz", di L. Frank Baum. Datata 1939 e diretta da Victor Fleming, l’omonima pellicola con protagonista Judy Garland è una delle più celebri della storia del cinema e, a incuriosire della premessa, è il riferimento all’incapacità del tempo nel ledere alla storia originale, questo a quarant’anni dalla sua stesura. Nel 2024, con l’uscita della prima parte di "Wicked", ne sono passati più di 120, ed è un riferimento che rimane valido ancora oggi.
Adattamento non del romanzo di Baum ma dello spettacolo di Broadway di Stephen Schwartz e Winnie Holzman (a propria volta basato sul romanzo "Strega - Cronache dal Regno di Oz in rivolta"), il musical diretto da Jon M. Chu riporta sul grande schermo il binomio tra Glinda (o Galinda), la strega buona, ed Elphaba, la strega cattiva. All’apparenza un divertissement, il film di Chu è un "baraccone" falsamente superficiale. Colorato e stravagante, "Wicked" trasla tematiche eternamente attuali in un mondo fantastico, apparentemente distante e di maggiore semplicità rispetto a quello reale. Un "cattivo" dalla pelle verde, animali prima parlanti ma poi privati della parola, la fittizia frivolezza della bontà come atto performativo, o la rivendicazione di potere propugnata tramite la marginalizzazione di categorie scomode. Aspetti non così estranei alle storture del contemporaneo. Pur trattandosi di un’opera di stampo sicuramente commerciale, è un plauso la volontà della pellicola di mantenere tali tematiche traslandole in un linguaggio inclusivo ad un pubblico eterogeneo, in particolare per i più giovani. E’ inoltre preservata dal musical originale di Broadway la spiccata inclusività, derivativa di una reale capacità nel ritrarre categorie sotto-rappresentate, in opposizione al comune senso di forzatura caratteristico dei blockbusters degli ultimi anni.
A livello tecnico, "Wicked: Parte I" è ottimamente realizzato. La costruzione di enormi set e ambienti dal vero a bilanciamento del digitale, risulta sostanziale nell’attribuire matericità al mondo fantastico di Oz, un mosaico di spunti e riferimenti architettonici che diviene, infatti, reale, vissuto, e credibile. Ciò anche per merito del lavoro di dettaglio in trucco e costumi, personalizzati a livello di comparsa e particolarmente degni di nota nel personaggio di Elphaba, considerata la complessità di lavorare su una base cromatica molto scura. Sono infine notevoli le interpretazioni attoriali (su tutte di Cynthia Erivo e Ariana Grande, impeccabili nel ruolo delle due protagoniste) per cui le due anime, canto e recitazione, risultano coadiuvanti e perfettamente integrate. Calcando al massimo l'elemento spettacolare, il dinamismo e la ricerca di un ritmo serrato, quanto la cura del contorno coreografico, il film di Chu rimanda a musical iconici quali "Moulin Rouge!" di Luhrmann o "West Side Story" di Robbins e Wise. Vi si accompagna la capacità nel gestire una sottile referenzialità al soggetto originale e alla pellicola di Fleming (tramite comparse, parallelismi visivi, o rimandi impliciti), premiante per i fan di lunga data ma accorta nel non scadere nel dozzinale. A mancare, è forse una ricerca stilistica e di regia che si discosti dalla formula rodata delle grandi produzioni di Hollywood, risultando di fatto un’emulazione della saturazione visiva del capolavoro in technicolor del 1939, pregevole ma incapace di eguagliarne il livello.
Nonostante le sbavature "Wicked" si può citare come uno dei film musicali tra i migliori degli ultimi tempi, un'operazione per il grande pubblico largamente riuscita, minuziosamente curata, e, a risultato dell’estrema precisione nell’adattamento, capace di discostarsi dalla pigra (e ennesima) variazione su un brand pre-esistente. Nonostante discuta di concetti quasi abusati - come amicizia, empatia, diversità e moralità - è inedita la reale sincerità e consapevolezza con cui sono messi in scena, forse proprio in virtù del rispetto verso la, atemporale, opera di riferimento.
cast:
Cynthia Erivo, Ariana Grande, Michelle Yeoh, Jeff Goldblum, Jonathan Bailey, Ethan Slater
regia:
Jon M. Chu
titolo originale:
Wicked
distribuzione:
Universal Pictures International Italy
durata:
160'
produzione:
Marc Platt Productions
sceneggiatura:
Winnie Holzman, Dana Fox
fotografia:
Alice Brooks
scenografie:
Nathan Crowley
montaggio:
Myron Kerstein
costumi:
Paul Tazewell
musiche:
Stephen Schwartz, John Powell