Ondacinema

recensione di Carlo Cerofolini
7.0/10

Se c'è una cosa che non si può rimproverare a Olivier Assayas è quello di addormentarsi sugli allori facendo decalcomanie dei suoi maggiori successi o comunque perseguendo ostinatamente un'unica direzione. Da questo punto di vista, Assayas non è solo uno dei registi meno prevedibili sotto il profilo delle scelte artistiche, ma anche tra quelli più abili nel declinare le forme di genere con le istanze del cinema più personale e, dunque, d'autore. Cinefilo e cosmopolita, egli ci offre ancora una volta la prova del suo eclettismo con l'ennesimo detour cinematografico fatto di paesi stranieri e star poliglotte.

Era solo lo scorso anno quando a Venezia la commedia borghese de "Il gioco delle coppie" (Doubles vies) rovesciava di centottanta gradi le visionarie fantasmagorie di "Personal Shopper" che è già tempo di cambiare. "Wasp Network", infatti, fa segnare un ulteriore scarto, portandoci direttamente nel bel mezzo della guerra fredda tra Cuba e Stati Uniti e, nella fattispecie, all'interno delle misure prese dagli uni e dagli altri per fare fronte all'embargo economico deciso dal governo statunitense nei confronti del paese di Fidel Castro.
Collocato all'inizio degli anni Novanta, "Wasp Network" racconta infatti l'andirivieni di spie innescato dal proposito dello stato caraibico di smantellare l'organizzazione terroristica di matrice anticastrista con base negli Stati Uniti, resasi artefice di numerosi attentati messi a segno in diverse zone dell'Avana.

Confortato dalla presenza di Edgar Ramirez, sempre con Assayas protagonista di "Carlos", il regista francese mantiene un aggancio con la biografia del famigerato terrorista venezuelano, di cui "Wasp Network" replica il tema delle stragi terroristiche e, in particolare, il gioco di specchi, le bugie e i depistaggi tipici di chi è costretto a vivere sotto falsa identità. In questo caso, però, a cambiare è il contesto in cui si svolge la tenzone, perché se è vero che non mancano gli scenari di guerra dati dal confronto/scontro tra le parti in causa, soprattutto quando si tratta di farlo attraverso l'ingaggio operato dall'aeronautica cubana nei confronti dei velivoli provenienti dalle coste della Florida, a fare la parte del leone sono le finestre temporali in cui sono la vita familiare e i rapporti di coppia a rendere il senso delle travagliate esistenze dei personaggi, i quali, senza perdere di vista la responsabilità nei confronti della terra d'origine (al di là del campo d'azione, stiamo parlando pur sempre di esuli cubani), mettono in scena una sorta di balletto esistenziale in cui gli slanci del momento devono fare i conti con la realtà dei fatti e, dunque, con il ritorno agli impegni della loro missione.
Con questa premessa Assayas costruisce la struttura narrativa attraverso una serie di centri concentrici che reiterando il prendere e lasciarsi delle varie coppie (giustificato dai repentini e per certi versi sorprendenti cambi di schieramento delle parti maschili), produce la sensazione di assistere a una sorta commedia umana in cui il regista sembra rifarsi a quanto sperimentato nel lavoro precedente.

Illuminato da colori tenui e delicati, lontani da qualsiasi presagio di avvenimento funesto (che però non mancherà di farsi beffa di personaggi e spettatore), "Wasp Network", nella semplicità delle sue composizioni visive cosi come nella regia invisibile messa a punto da Assayas, fa di tutto per abbassare i toni, eliminando la retorica connessa con le istanze legate alle ragioni dei due contendenti, entrambe collegate alle ideologie scaturite dall'ascesa del vecchio Fidel. Così, eccezion fatta per l'accelerazione finale in cui il rispetto dei fatti storici (il film è ispirato ad avvenimenti e personaggi realmente esistiti) e la necessaria resa dei conti porta la narrazione ad aumentare il passo e dunque a mettere uno dietro l'altro i destini toccati in sorte ai personaggi, quello che vediamo e su cui l'opera ragiona è l'accettazione del proprio ruolo e della responsabilità che esso comporta, unita alla consapevolezza di sacrificarsi per un bene superiore, in questo caso coincidente con quello dell'intera comunità cubana.

Come sempre più spesso capita ai lavori di Assayas, anche quest'ultimo è destinato a dividere nella maniera in cui è successo  al termine dell'anteprima della Mostra veneziana dove il lungometraggio figura nel concorso ufficiale. Interpretato da un cast internazionale che oltre a Ramirez si avvale delle presenze di Penelope Cruz, Gael García Bernal e Ana de Armas, "Wasp Network" fa del genere un esercizio intellettuale. Prendere o lasciare.


01/09/2019

Cast e credits

cast:
Edgar Ramirez, Gael García Bernal, Wagner Moura, Ana de Armas, Penélope Cruz, Adria Arjona


regia:
Olivier Assayas


titolo originale:
Wasp Network


durata:
123'


produzione:
Orange Studio RT Features


sceneggiatura:
Olivier Assayas


fotografia:
Denis Lenoir


scenografie:
François-Renaud Labarthe


montaggio:
Simon Jacquet


costumi:
Jürgen Doering


musiche:
Eduardo Cruz


Trama
Agli inizi degli anni Novanta il governo cubano invia negli Stati Uniti agenti sotto copertura incaricati di sgominare la rete terroristica che minaccia la stabilità della rivoluzione castrista