Da quando s'è svincolato dall'egida del produttore-padrone Jerry Bruckheimer, il regista Tony Scott s'è specializzato in solidi action che privilegiano un'ottica realistica (“
Man on Fire”) ed eroi “popolari” e comuni (una guardia del corpo alcolizzata, un poliziotto, un addetto al traffico della metropolitana) a cui spesso presta il volto il sodale e sempre convincente Denzel Washington (questo è il quinto film che interpreta per il fratellino di Ridley). Senza l'ambiguo
machismo e i ritmi da videogame imposti da Bruckheimer, Scott, pur non rinunciando a certi fastidiosi vezzi “autoriali” (
ralenties, accelerazioni, montaggio frammentato, zoom improvvisi), di cui il nadir è rappresentato dal lisergico e fallimentare “
Domino”, si è ormai imposto con uno stile riconoscibile e a suo modo “
classico” (bestemmia). “Unstoppable – Fuori controllo” non fa eccezione.
Il
plot è degno di un
b-movie dei tempi d'oro (benché ci sia più di una parentela con “Speed”), la sceneggiatura del rodato Mark Bomback (vedi l'ultimo “Die Hard”) pare uscita da un film catastrofico degli anni '70. “Una combinazione di errori umani e sfortuna” (così dice la bella Rosario Dawson) fa sì che un enorme (è lungo quasi un chilometro) treno merci (la merce consiste in prodotti altamente tossici e infiammabili, e non poteva essere altrimenti, no?), proceda a velocità sostenuta e senza freni verso la cittadina di Stanton, condannata ad una tragica fine. L'unica speranza è rappresentata da due uomini, un anziano capotreno (Denzel) e un pivellino al primo giorno di lavoro (Chris Pine, fu il capitano Kirk nel recente, meraviglioso, “
Star Trek”) che si mettono all'inseguimento del treno con l'intento di fermarlo. La storia sta tutta qui, Scott commette l'errore di tentare qualche approfondimento dei personaggi non richiesto (i problemi di Will con la moglie), ma, senza particolari colpi di scena o esplosioni in dolby digital (in fondo il tutto è ispirato ad eventi realmente accaduti), svolge egregiamente il suo compito e riesce a mantenere la tensione altissima per l'intera durata della pellicola. Lo svolgimento è praticamente in tempo reale (il treno arriverà alla sua tragica destinazione in cento minuti), e fa simpatia che l'eroe della situazione si riveli un vecchio e rude macchinista prossimo al licenziamento (Scott aggiunge un altro personaggio alla sua galleria di eroi “falliti” e non risparmia un paio di stoccate all'
establishment Usa).
L'intero disastro è seguito in diretta dalle tv nazionali, giornalisti sbucano ovunque e gli elicotteri riprendono dall'alto l'interminabile corsa del treno facendo stare sulle spine il pubblico a casa, ma è solo un espediente per aumentare la sensazione di realismo della vicenda, a Scott non interessa affatto riflettere sul ruolo dei media nella nostra società, e probabilmente è meglio così. “Unstoppable” è molto semplicemente un
action vecchio stile, diretto da un mestierante al meglio delle sue capacità, che diverte e intrattiene finché dura. Può bastare.