Ecco arrivare direttamente dagli scantinati di Hollywood l'ennesimo prodotto di seconda fascia che ha come unico obiettivo quello di racimolare un po' di soldi in giro per il mondo. Preveniamo già la domanda, scontata, "Che c'è di male?", sottolineando come la caratteristica dequalificante del film del chiassoso McG stia nel risultare un'opera smaccatamente e preventivamente pigra e calcolata esclusivamente per incontrare una certa moda e un certo target di pubblico.
Prendiamo due filoni che vanno per la maggiore fra gli spettatori più giovani: la commedia romantica e la pellicola d'azione. Fondiamoli a freddo senza la benché minima cura per una sceneggiatura che possa anche soltanto apparire credibile e coerente, possibilmente unendo alla storia banale un cast di volti amati, ed ecco che avremo ottenuto l'ennesimo film commissionato dalle major per far fronte alla preoccupante e incessante crisi d'idee che pervade l'industria del cinema americano.
"Una spia non basta" è l'ennesima variazione in chiave leggera del triangolo amoroso, con due grandi amici, entrambi agenti segreti, che si innamorano inconsapevolmente della stessa ragazza (un'ormai sbiadita Reese Whiterspoon). I due, dapprima animati da un senso di correttezza e di rispetto delle regole del gioco, si scoprono invece maliziosi avversari pronti a giocarsi tiri mancini per spostare l'ago della bilancia dalla loro parte.
La pellicola gioca tutto su una serie di trovate comiche (o che vorrebbero risultare tali) grazie alle quali il regista riesce a infondere un minimo di ritmo a una storia che, altrimenti, risulterebbe davvero noiosa nonostante il minutaggio contenuto. Il disastro si compie nel momento in cui gli autori dello script, non paghi di aver comunque imbastito una linea narrativa sufficiente a soddisfare le consuete richieste dei produttori, si addentrano in un doppio binario dove l'inghippo sentimentale si sovrappone a una a dir poco telefonata spy story i cui contorni non vengono mai definiti, di cui l'antagonista dei due eroi non è mai realmente messo in scena e che serve, anche qui in modo assolutamente spudorato, a fungere come espediente per alcune scene di pura azione tanto care al regista, abituato più ad esplosioni e salti nel vuoto in quantità che riprese sedute e dialogate.
In tutto questo, senza soffermarci troppo nel sottolineare l'assoluta inadeguatezza di McG nell'orchestrare qualsiasi momento che non sia di quelli più adrenalinici, spiace constatare come Hollywood non risparmi nessuna delle sue più brillanti promesse e anche un astro nascente come Tom Hardy si sacrifica davanti all'altare dell'incasso "alimentare".
Unica nota positiva, che non sveliamo per non rovinare il "piacere" della sorpresa, sta nel finale. Dove, a dispetto di molti prodotti omologhi, "Una spia non basta" si concede almeno il gusto divertito di tirare un brutto scherzo allo spettatore annullando, almeno in apparenza, il dogma del "vissero tutti felici e contenti".
cast:
Tom Hardy, Chris Pine, Reese Witherspoon, Chelsea Handler, Til Schweiger
regia:
McG
titolo originale:
This Means War
distribuzione:
20th Century Fox
durata:
97'
produzione:
Overbrook Entertainment, Robert Simonds Productions, Type A Films
sceneggiatura:
Timothy Dowling, Simon Kinberg
fotografia:
Russell Carpenter
scenografie:
Martin Laing
montaggio:
Nicolas De Toth
musiche:
Christophe Beck