Da un punto di vista strettamente stilistico, a una macchina da presa che si mimetizza in maniera documentaristica, si sovrappone una costruzione del quadro molto cesellata, sia come geometrie che come cura fotografica. Il regista fa dialogare i dettagli dei volti o dei gesti dei suoi attori con campi medi e lunghi carrelli che li inquadrano nel loro habitat sociale. La stilizzazione delle sequenze più cruente hanno un tocco grottesco che potrebbe ricordare Kitano, non a caso produttore di Jia con la sua Officee Kitano sin dai tempi di "Platform" (2000).
La scrittura si lancia nel tentativo di mappare la Cina contemporanea attraverso quattro parabole vagamente intrecciate tra loro. I protagonisti vengono utilizzati come casi esemplari di una corruzione che si è ormai insinuata entro i confini del Celeste Impero e si sta propagando inarrestabile, come un cancro in metastasi. Lo sguardo di Jia si sta evidentemente spostando verso altri immaginari stilistici, pur rimanendo ancorato a una solida visione della realtà: questa commistione, forse ancora acerba, rende evidente il dispositivo di rilevazione del peccato e la tesi che sostiene l'intera narrazione sovraesposta (errore non commesso da Garrone quando compose il suo "Gomorra"). Ad esempio, la scena in cui la receptionist interpretata dalla magnifica Zhao Thao viene presa a sberle da una mazzetta di banconote, al grido di "Posso comprare tutto quello che voglio" (profferito da un cliente molesto), la avvertiamo come una caduta di stile per un regista abile nel ricamare intorno alle storie senza alcuna pedanteria.
Giunto all'ottavo lungometraggio di fiction con "A Touch of Sin", Jia ha vinto il premio come miglior sceneggiatura all'ultimo Festival di Cannes confermandosi come una delle voci più importanti del cinema contemporaneo. Jia Zhang-ke è sempre più il punto di riferimento della Cina indipendente e dissidente che, a cavallo tra i due secoli, si è presentata con una generazione di registi (la cosiddetta "sesta generazione") dall'indubbio talento.
Salvo disdette, sarà distribuito anche in Italia da Officine Ubu, il prossimo novembre.
cast:
Jiang Wu, Meng Li, Wang Baoqiang, Tao Zhao, Lanshan Luo
regia:
Jia Zhang-ke
titolo originale:
Tian zhu ding
distribuzione:
Officine Ubu
durata:
133'
produzione:
Office Kitano
sceneggiatura:
Jia Zhang-ke
fotografia:
Yu Likwai
scenografie:
Liu Weixin
montaggio:
Matthieu Laclau, Xudong Lin
musiche:
Giong Lim