Forse sarà solo un impressione di chi scrive, ma la sensazione è che da quando la Walt Disney ha preso in mano le redini dei film Marvel, le pellicole con protagonisti i personaggi creati dalla fantasia di Stan Lee stiano attraversando una preoccupante fase di impasse. Così è stato con un "
Iron Man 3" assai modesto, e lo stesso si può affermare del serial tv "Agents of S.H.I.E.L.D.", che nonostante porti l'egida di Joss Whedon stenta ad ingranare.
E ora, anche il primo sequel di "
Thor", titolato "The Dark World", delude le aspettative. Sembra che la Disney voglia azzardare pochissimo con i personaggi più famosi dell'empireo Marvel. Continua ad affidare la regia delle pellicole a mestieranti poco noti e impersonali (in questo caso parliamo di Alan Taylor, regista del simpatico "Palookaville", ma noto ai più per aver diretto svariati episodi de "Il trono di spade" e "I Sopranos"), azzera qualsiasi riflessione extra cinematografica, epura le componenti adulte e cupe (nonostante quel "dark" nel titolo), realizzando prodotti formato famiglia, colorati e innocui, che si dimenticano subito dopo la visione. Soprattutto, continua a far scrivere le sceneggiature a nomi che con i fumetti sembrano davvero aver poco con cui spartire: in "Thor - The Dark World" parliamo di cinque menti, che assieme non sono riuscite nemmeno a sfiorare la profondità degli albi più riusciti del dio del tuono. In confronto al delizioso primo capitolo pennellato da Kenneth Branagh, che faceva propria una certa cifra stilistica, giocava la carta dell'ironia e narrativamente azzardava qualche riflessione scespiriana (si!), questo "The Dark World" scivola frettolosamente nel territorio del surrogato stantio di fantasy stile "Il signore degli anelli", in cui a farla da padrone sono effetti digitali, mondi immaginifici e creature orripilanti, mescolato ad un brutto episodio di "Star Trek".
I soliti varchi extradimensionali (e dopo "
Transformers 3", "
The Avengers" e "
L'uomo d'acciaio" chi li regge più?), i soliti cattivoni (gli elfi oscuri capitanati dal ben poco temibile Malekith) che vogliono riportare le tenebre nell'universo (a partire dalla terra, ovviamente), e l'eroe di turno che salva la situazione in extremis. Sullo sfondo, in questo chiassoso e puerile marasma, rimane poco: la "love story" proibita tra il biondo supereroe e l'umana Jane Foster (Natalie Portman) non appassiona ed è appena accennata, gli inseriti comici sono forzati e risibili (il povero Stellan Skarsgard che fa il pazzoide in mutande, mette tristezza, così come il possente Thor costretto a prendere la metro a Londra), e l'ottimo cast di comprimari dice e fa cose piuttosto stupide con palese smarrimento. Resta il sublime Loki di Tom Hiddleston, villain molto più umano e sfaccettato dei suoi eroici antagonisti, che tra redenzione e tradimento, si ritaglia i momenti più riusciti di una pellicola altrimenti davvero scialba. Peccato stia in scena per poco, forse meriterebbe una pellicola solo per il suo personaggio.
Durante e dopo i titoli di coda compaiono ben due scene "extra" (che preferiamo non svelare), ma nessuna delle due invoglia particolarmente lo spettatore ad andare a vedere i capitoli successivi di quest'epopea fantastica. E anche qui si avverte che qualcosa si è inceppato in casa Marvel: se nei primi film degli Studios i collegamenti, ben piazzati e nascosti tra un film e l'altro, tra i vari eroi che poi avrebbero fatto squadra nell'evento
team-up "The Avengers", funzionavano, qui si fatica ad intravedere un disegno complessivo, e tutto appare un po' forzato e sfilacciato, a rinforzare l'idea che questa "Fase 2" dell'universo cinematografico Marvel resti (soprattutto) una grandissima trovata commerciale, e poco altro. Ovviamente speriamo di essere smentiti, e non si dovrà aspettare molto per comprovare o meno questa tesi: i capitoli successivi ci aspettano a marzo 2014 con "Captain America: The Winter Soldier", ad agosto dello stesso anno con "I guardiani della galassia", per poi concludersi nel 2015 con "The Avengers: Age of Ultron" e l'atteso "Ant-Man" di Edgar Wright.