Dalla carta stampata alla macchina da presa. Il percorso intrapreso da "The Losers" non è né il primo né tantomeno l'ultimo adottato da tanti altri fumetti editi dalla DC Comics - Vertigo
, si pensi a
"
Watchmen", "Constantine", "V for Vendetta", solo per citarne alcuni.
La storia nasce dalla penna di Andy Diggle e somiglia molto a quella dell'E-Team (anch'essa, tra l'altro, recentemente trasposta in opera cinematografica); cinque soldati appartenenti all'élite delle forze speciali, ognuno con una caratteristica che ne eleva la propria specialità, dichiara guerra alla CIA e ad un nemico tanto cinico quanto zuzzurellone (nella sua voglia di giocare con bombe ed ordigni) e conosciuto semplicemente come Max.
La pellicola lavora (e sfrutta) molto bene la genesi del soggetto, sfornando una partenza razzo che incanala il film da subito nello stile action da fumetto, come dimostra la presentazione dei personaggi in stile
anime comic. Una scelta che rimarrà coerente per tutto il proseguo del film, grazie al continuo utilizzo di un montaggio frizzante e alternativo, mai visibilmente eccessivo o ridicolo. Così anche la sceneggiatura, messa in piedi da Peter Berg e James Vanderbilt, che riesce a tenere duro per più di novanta minuti, dando vita ad uno
script compatto ed asciutto, mai noioso.
La forza di "The Losers" e del regista parigino Sylvain White sta tutta qua: nell'aver fatto esplodere un congegno senza aver prodotto troppo rumore ma nel contempo in grado di svolgere a pieno il suo dovere.
Il film non cade nel tranello di farsi abbindolare dalla facile e presumibile caduta nel
clichè più ordinario, e anzi, consolida un bell'action vecchio stampo infarcito di sequenze fresche e convincenti, dialoghi dall'indubbia natura colloquiale (forse pure troppo scontati) e nemmeno pochi colpi di scena. La colonna sonora ricopre un ruolo centrale nel catalizzare l'empatia della pellicola e spazia tra la famosa "Black Betty" dei Ram Jam ai The Kills fino alla conclusiva "Don't Stop Believing" dei Journey.
A chiudere, un cast discretamente valido, con un logorroico Chris Evans sugli scudi ma anche una sensuale Zoë Saldaña e un Jeffrey Dean Morgan dall'incredibile somiglianza con Javier Bardem.
Un film più che godibile, con una spiccata presa di posizione per la figura dell'antieroe perdente, che tra una battuta e uno scontro a fuoco pirotecnico troverà comunque il modo per uscirne da vincente. Il finale indirizza chiaramente lo spettatore verso il sequel. Ce la faranno i nostri eroi a tenere il ritmo della prima uscita?
23/07/2010