“The interpreter” è un thriller complesso e intelligente dal ritmo lento e cadenzato in apertura e via via sempre più incalzante sino al finale, un thriller che si vuole inserire nel filone che a partire da “Intrigo internazionale” di Hitchcock conduce a “Frantic” di Polanski passando per “I tre giorni del condor” dello stesso Pollack. Volendo scavare ancora più a fondo nell’immaginario del regista potremmo anche trovare delle tracce de “Il terzo uomo” di Reed soprattutto per la capacità di caratterizzare i personaggi evitando le principali tendenze omologatrici del genere e di “Angoscia” di Cukor. D’altro canto, Pollack è regista esperto ed attento, ma rispetto a questi grandi punti di riferimento “The interpreter” perde qualcosa.
Silvia Broome (Nicole Kidman) è un interprete delle Nazioni Unite che si trova ad ascoltare una conversazione che non avrebbe dovuto sentire: l’omicidio di un dignitario sta per essere compiuto e proprio nell’edificio dell’ONU – che per la prima volta apre le proprie porte per divenire il set di un film concedendo così a Pollack ciò che in passato aveva negato ad Hitchcock. Tobin Keller (Sean Penn) è un agente dei servizi chiamato ad investigare, ma la sua indagine condurrà ad inaspettate pieghe e sarà necessario gettar luce sul passato dell’interprete.
Grande merito di questo film è il saper costruire tra i protagonisti un rapporto autentico di vicinanza ed empatia senza farlo sfociare in un’artificiale parentesi rosa, ma d’altro canto ci sono intrighi da svelare e omicidi che pretendono d’esser risolti e soprattutto qui è necessario mostrare come la dimensione politica attraversa da parte a parte quella umana creando un intreccio insolubile che concede ben poco spazio alla banalità e al cliché di genere.
Nicole Kidman si conferma essere un attrice particolarmente portata ad interpretare ruoli drammatici, ricordiamo sopra a tutto le sue performances ne “La macchia umana” e in “Dogville”, e al contempo Sean Penn riesce a brillare di una oscura luce in maniera tale che è proprio la densa tensione simpatetica che tra i due attori viene a crearsi che sopperisce alle carenze di questo film.
Nonostante ciò “The interpreter” non convince fino in fondo: da un lato per una eccessiva retorica che fa sembrare l’opera di Pollack poco meno di una dichiarazione d’amore all’Organizzazione delle Nazioni Unite e dall’altro per una conclusione che appare un po’ forzata. Sembrano, e in effetti sono, molto lontani gli anni in cui il Pollack, cantore delle debolezze dell’America, firmava “Non si uccidono così anche i cavalli?” o “Corvo Rosso non avrai il mio scalpo”, ma qualcosa sembra non cambiare mai: la delicata eleganza con cui il film scivola via.
cast:
Nicole Kidman, Sean Penn, Catherine Keener, Jesper Christensen, Yavan Attal, Earl Cameron, George Harris
regia:
Sydney Pollack
titolo originale:
The Interpreter
distribuzione:
Eagle Pictures
durata:
128'
produzione:
Universal Studios, Working Title
sceneggiatura:
Charles Randolph, Scott Frank, Steven Zaillian
fotografia:
Darius Khondji
scenografie:
Beth A. Rubino
montaggio:
William Steinkamp
costumi:
Sarah Edwards
musiche:
James Newton Howard