Divergent continua, e tenta il salto alla maturità.
Veloce riassunto per i distratti: in un futuro lontano funestato da una guerra devastante, l'umanità si è ricostituita in un'unica colossale città organizzata secondo un rigido sistema di fazioni. Candidi, Pacifici, Eruditi, Abneganti e Intrepidi (non contando gli Esclusi): cinque gruppi, cinque ruoli sociali, cinque predisposizioni dell'animo umano che concorrono alla pace e all'armonia del tutto. Il sospetto che Veronica Roth, autrice dei romanzi originali, abbia de facto scritto un pamphlet psico-post-ideologico (scusate il rompicapo) sorge spontaneo.
La nostra protagonista è Tris, ed è inevitabilmente destinata stravolgere questo equilibrio. Già, lei, figlia di Abneganti, è una Divergente: ha una naturale predisposizione verso più di una fazione, e per il bene dell'immutabile ordine stabilito questo è intollerabile. Per salvarsi la pelle, Tris entra negli Intrepidi, la fazione più coraggiosa (e più cool): questo non le impedisce di fermare lo sterminio di Abnegazione perpetrato da Janine, leader degli Eruditi.
Avevamo lasciato Tris e il suo amato Quattro fuggitivi, e la ritroviamo pochi giorni dopo finalmente al sicuro presso il villaggio dei Pacifici. Ma la tregua non è destinata a durare: venuta in possesso di un antico artefatto custodito dai genitori della ragazza, Janine cerca il Divergente perfetto per scoprirne il segreto. Ed è solo questione di tempo prima che si accorga che la chiave per svelarlo è proprio Tris.
Dopo un primo capitolo istituzionale e romantico, "Insurgent" sterza sull'action. In due ore di inseguimenti, corpo a corpo vertiginosi, prove acrobatiche e poderose scazzottate (iperboliche e virtuali alla "Matrix Revolutions"), il film si ritaglia spazio per risolvere gli strettissimi percorsi dei protagonisti. Tris chiude il cerchio sui suoi sensi di colpa e sulla difficoltà di accettarsi: guida una Shailene Woolley più tosta ma sempre credibile, forse la migliore prova da protagonista tra i recenti blockbuster "young adult". Al suo fianco sul podio il "solito" Miles Teller, lo spaccone che bilancia la purezza di Tris. Se solo ci fosse uno script più intelligente...
Stupenda new entry del film una sanguigna Naomi Watts (che tinta di rosso non perde un'oncia di fascino), ma è opera di bilancino con l'altra grande attrice del film, l'algida Kate Winslet (Janine).
Come tutte le Rivoluzioni ci hanno insegnato, poi, cambia tutto affinché non cambi nulla: dal comparto tecnico (in primis il regista Robert Schwentke) fino alla sceneggiatura, un enorme sforzo produttivo e di talento per portare a maturazione una saga per ragazzi che si vorrebbe più politica, ma non senza il coraggio di prendersene la responsabilità, e più cinica (si faccia la conta dei morti) senza averne motivo. Fa sorridere se si pensa alla saga nel suo insiem: dietro un'architettura sociale piuttosto ingenua, avanza un sottotesto conservatore che riporta alla scienza responsabilità di crudeltà e aberrazioni sociali che difficilmente si possono ignorare, specie specchiandole con certe derive teocon d'Oltreoceano.
A prescindere dalla burocrazia, "The Divergent Series - Insurgent" è un film sicuramente più a fuoco e riuscito del precedente. La somma degli elementi però non porta sapore a una saga che continua a sfumare nel sentimentalismo e nella retorica i suoi spunti più interessanti.
cast:
Shailene Woodley, Maggie Q, Ansel Elgort, Zoë Kravitz, Jai Courtney, Emjay Anthony, Keiynan Lonsdale, Rosa Salazar, Daniel Dae Kim, Jonny Weston, Suki Waterhouse, Miles Teller, Octavia Spencer, Kate Winslet, Naomi Watts, Theo James, Ray Stevenson
regia:
Robert Schwentke
titolo originale:
The Divergent Series - Insurgent
distribuzione:
Eagle Pictures
durata:
119'
produzione:
Summit Entertainment
sceneggiatura:
Brian Duffield, Akiva Goldsman, Mark Bomback
fotografia:
Florian Ballhaus
scenografie:
Alec Hammond
montaggio:
Stuart Levy, Nancy Richardson
costumi:
Louise Mingenbach
musiche:
Joseph Trapanese