Ondacinema

recensione di Michele Corrado
7.5/10

Oltre alle conseguenze dirette e ovvie di un conflitto bellico, la storia ci ha insegnato che missioni come quelle americane in Medio Oriente, giuste o meno che siano, comportano anche disastri collaterali. Le didascalie che si stagliano sullo schermo all'inizio di "Guy Ritchie's The Covenant" ci informano riguardo uno di questi. Durante i due decenni di occupazione americana in Afghanistan, l'esercito statunitense ha utilizzato circa 50.000 cittadini locali come interpreti per dialogare con la popolazione e le autorità del posto. In cambio dei loro servigi, a molti di questi traduttori sono stati promessi permessi di soggiorno in America che, va da sé, in molti casi non sarebbero mai arrivati. Già pericoloso durante l'occupazione, il ruolo degli interpreti è diventato difatti una condanna a morte dopo il ritiro delle truppe americane e il ritorno in auge delle forze talebane. È da questa problematica che il regista inglese trae ispirazione per mettere in piedi un action movie teso, virile, denso di scene d'azione, votato a una violenza iperrealista e non privo del suo tradizionale british humour.

Scritta dallo stesso regista con l'ausilio di Ivan Atkinson e Marn Davies, la sceneggiatura del film dà vita a una storia certamente fantasiosa e dominata da due veri e proprio action hero, ma è attenta a rimanere sempre plausibile e rispettosa della spinosa problematica a cui si ispira.

Gli ottimi Jake Gyllenhaal e Dar Salim sono rispettivamente un sottufficiale americano incazzoso e il traduttore poco ortodosso, che vanta tra le altre cose contatti con i trafficanti di eroina, assegnato alla sua truppa. Dopo il massacro da parte dei talebani della divisione capitanata da Gyllenhaal, un'adrenalinica spirale di eventi porterà i due uomini tutti d'un pezzo a forgiare un patto di fratellanza indissolubile. È in nome di questo patto che il film, diviso idealmente in due parti, inscenerà altrettanti rocamboleschi salvataggi, durante i quali i protagonisti si avvicenderanno nel ruolo di salvatore e di salvato.

Retorico, ma senza sfociare nella ridondanza, restando anzi secco e sottintendente, attraverso il rispetto a tutti i costi della promessa fatta dal sottufficiale al traduttore, il film di Ritchie sembra voler rimediare, almeno su celluloide, al tradimento perpetrato da americani e alleati ai traduttori afgani. Pur lontano dai canoni di verbosità dissacrante e tutta british dei film di Ritchie, che sacrifica qui un po' della sua cifra in nome di un action bellico ruvido e che va dritto al punto, non mancano in "The Covenant" un pugno di scambi formidabili tra i due protagonisti. Sono infatti tutte da ridere le scene in cui Salim fa le pulci alle scelte lessicali, in inglese, di Gyllenhaal.

Per il resto c'è poco da parlare o star tranquilli. La vita in territorio talebano non è una passeggiata: può finire in ogni minuto. I tallies arrivano a grappoli, piovono a camionette intere tra dune del deserto e strade diroccate. Bombe e depositi segreti d'armi esplodono fumando e rimbombando in alta definizione, agenzie americane collaterali e tecnologie belliche innovative mettono ulteriore pepe a scene d'azione già esaltanti di loro, fotografate con afflato spettacolare e montate con gran dinamismo.

Come in ogni film d'azione che si rispetti, ancor più in uno a cui appone la sua firma Guy Ritchie, non manca una ricca carrellata di antieroici comprimari chiamati ad apparizioni fugaci ma fulminanti. Vediamo quindi avvicendarsi sullo schermo Alexander Ludwig di "Vikings", Jonny Lee Miller, già iconico Sick Boy di "Trainspotting", o ancora il Patriot di "The Boys" Antony Starr, per bucarlo tanto quanto i due testosteronici protagonisti.

Seria ma mai seriosa, realistica ma mai a danno dell'intrattenimento, questa sortita bellica di Guy Ritchie ci mostra un autore pienamente a suo agio con la materia trattata e chiaramente, allargando lo sguardo alle sue ultime e riuscite prove, nel mezzo di una seconda giovinezza registica.


31/07/2023

Cast e credits

cast:
Jake Gyllenhaal, Dar Salim, Alexander Ludwig, Antony St


regia:
Guy Ritchie


titolo originale:
Guy Ritchie's The Covenant


distribuzione:
MGM, Amazon Prime


durata:
123'


produzione:
Guy Ritchie, Ivan Atkinson, John Friedberg, Josh Berger


sceneggiatura:
Guy Ritchie, Ivan Atkinson, Marn Davies


fotografia:
Ed Wild


scenografie:
Linda Wilson


montaggio:
James Herbert


costumi:
Loulou Bontemps


musiche:
Christopher Benstead


Trama
Nel difficile contesto dell'occupazione americana in Afghanistan due uomini, un ufficiale americano e il traduttore locale affidato alla sua truppa, si legheranno tramite un rapporto di amicizia e profondo rispetto. 
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