"Di cosa parliamo quando parliamo d'amore". Partire da Raymond Carver e dal titolo di una delle sue antologie di racconti più nota per parlare dell'ultimo film di Paolo Genovese potrebbe apparire azzardato se non irriverente, tanto è il culto che ancora oggi accompagna il nome dello scrittore americano. Eppure l'accostamento non appare così peregrino soprattutto se può servire ad eludere almeno un po' la difficoltà di ragionare intorno all'amore senza troppa retorica, nel tentativo di isolare il grumo di una materia così volatile come quella dei legami affettivi.
Lo scrittore americano o, per meglio dire, la sua letteratura, ci offre infatti la possibilità di distinguere tra due diversi momenti che, nella narrazione della passione per eccellenza, appaiono spesso indistinguibili: perché una cosa è raccontare l'amore, un'altra è narrare la sua storia. Da una parte c'è una realtà fattuale, dall'altra ce n'è una sentimentale. Da un lato c'è una serie di micro-narrazioni che, accordate nel loro insieme, aspirano a un unicum coerente e onnicomprensivo, dall'altro, come ci ha insegnato Carver, c'è una liturgia di gesti, di azioni e di reazioni anche insignificanti, che da soli o nel loro insieme, rappresentano un mondo invisibile ma indispensabile al tentativo di descrivere le vite degli amanti.
Ad entrambi gli aspetti sopra descritti aspira la visione di "Supereroi", l'ultimo film di Paolo Genovese che, nel raccontare la storia d'amore tra Anna (Jasmine Trinca) e Marco (Alessandro Borghi), nata per caso in un giorno qualunque e da quel momento in poi alimentata con una dedizione sacrale, riflette sui rischi cui il tempo sottopone il più puro e disinteressato trai i sentimenti umani. E qui si inserisce il twist che da "Perfetti Sconosciuti" - il film della svolta, quello che ha permesso a Genovese di coniugare l'intrattenimento dei precedenti lavori con una maggiore consapevolezza autoriale -, caratterizza le storie del regista romano; ovvero l'annesso fantasy implicito nel titolo che rimanda alla teoria secondo cui bisogna essere supereroi (e il film dimostrerà che Anna e Marco lo sono) per riuscire a restare insieme, continuando ad amarsi nonostante gli alti e bassi tipici di ogni relazione sentimentale.
Come già successo altrove anche questa volta Genovese non si tira indietro quando si tratta di dare corso alla fantasie innescate dalla premessa in questione; con la differenza che invece di farne un elemento narrativo evidente, sia in termini di effetti speciali (il rewind finale di "Perfetti Sconosciuti") sia di contenuti (in "The Place" la possibilità di esaurire i desideri dei personaggi), qui si opta per una messa in scena per così dire "mimetica": senza darlo a vedere Genovese mette Anna e Marco nella condizione di replicare le gesta dei protagonisti dei film della Marvel attraverso una messinscena che ne riprende il percorso iniziatico esistenziale trasfigurandolo all'interno del normale contesto quotidiano. L'esempio più lampante è dato dalla struttura della storia e, dunque, dall'andirivieni spazio temporale in cui le vicende dei personaggi sono la risultante di una continuità in cui passato, presente e futuro si intersecano senza interruzione in un paesaggio fisico (Milano, Marrakech, Copenaghen, Lucca e Ponza), psicologico e sentimentale in perenne trasformazione.
Se quello che vediamo in termini tecnici è la risultante di un montaggio di scene lineari ma giustapposte in maniera da risultare non sincronizzate con il normale progredire della storia, sul piano della visione la conseguenza è quella di personaggi capaci di spostarsi nel tempo e nello spazio e persino di abitare in universi paralleli (i cosiddetti multiversi), riprodotti dalle strisce disegnate da Anna, i cui albi intitolati non a caso "Supereroi" riscrivono la vita dei protagonisti con il potenziale immaginifico e le infinite possibilità proprie del fumetto. Seppure sotto mentite spoglie, Anna e Marco imitano i gesti dei personaggi di serie come "Sense 8" o di saghe come quella degli Avengers, in cui la possibilità di teletrasportarsi nello spazio, di invertire l'andamento dell'età anagrafica (più volte assistiamo ai protagonisti passare dall'età giovanile a quella adulta e viceversa) è l'equivalente di quei poteri necessari agli eroi della Marvel per sopravvivere ai propri nemici: con il tempo al posto di Thanos nella parte dell'avversario più temibile, quello che, alla pari di un villain come Galactus o di un'organizzazione come l'Hydra può mettere fine alle cose dell'amore e dunque alla storia tra Anna e Marco.
Anche il fatto di essere diversi da persone e amici che li circondano, avulsi dalle imperfezioni che invece attanagliano le vite di Vittorio (Vinicio Marchioni), sposato con una donna che forse non ama come si dovrebbe, e di Pilar (Greta Scarano), lasciata da Marco e da quel momento dedita solo al lavoro, è un altro segno dell'eccezionalità che di solito segnala la presenza di un carisma fuori dal comune, quello che nella norma distingue i supereroi dal resto delle persone, e che qui è il segno distintivo dei personaggi interpretati da Trinca e Borghi. Per non dire dello smalto delle immagini (più che mai l'estetica mutuata da Genovese nel corso dell'esperienza pubblicitaria si fa sentire), con uomini e donne belli e curati anche quando impegnati in compiti che usualmente, invece, ne mortificano il bell'aspetto, corrispondente all'esigenza di armonia e perfezione che da sempre rende i modelli cinematografici veri e propri oggetti del desiderio, tanto più agognati quanto maggiore è la distanza che da loro ci divide.
Che poi "Supereroi" sia un film più interessante che riuscito si capisce nel momento in cui il fascino della sua costruzione riesce solo in parte a riprodurre quella dimensione amorosa di cui si parlava a proposito di Carver. L'innegabile coinvolgimento nei confronti della meravigliosa esperienza, resa possibile anche dalla bravura degli attori (principali e non), poteva diventare qualcosa di più se le intuizioni di cui abbiamo cercato di dare conto non fossero rimaste tali; suggestioni affascinanti ma troppo esili per incidere sull'immaginario dello spettatore.
cast:
Greta Scarano, Linda Caridi, Vinicio Marchioni, Jasmine Trinca, Alessandro Borghi
regia:
Paolo Genovese
distribuzione:
Medusa Film [Italia],
durata:
120'
produzione:
Lotus Production - Leone Film Group, Medusa Film
sceneggiatura:
Paolo Genovese, Rolando Ravello, Paolo Costella
fotografia:
Fabrizio Lucci
scenografie:
Chiara Balducci
montaggio:
Consuelo Catucci
costumi:
Gemma Mascagni
musiche:
Maurizio Filardo