Joe Lamb (l'esordiente Joel Courtney) è un ragazzino di tredici anni, che vive con il padre e ha di recente perso la madre in un incidente di lavoro. Come passatempo ama creare e dipingere modellini e nell'estate del 1979 aiuta, assieme ad un gruppo di altri ragazzi, il suo migliore amico Charles Kaznyk (Riley Griffiths) nella realizzazione di uno zombie movie amatoriale a basso costo, girato interamente in Super 8. Durante le riprese in notturna, nella vecchia e isolata stazione del paese i ragazzi assistono a un tremendo incidente ferroviario. Ma ben presto si capisce che non si è trattato semplicemente di un incidente e strani fenomeni cominciano a verificarsi nella sonnacchiosa cittadina dell'Ohio: i cani scappano, i motori delle macchine e i cavi elettrici spariscono, alcune persone (tra cui lo sceriffo) svaniscono nel nulla.
L'ideatore di "Lost" torna dietro la macchina da presa con quello che lui stesso definisce un suo "personal project", dopo il convincente "Star Trek" (targato 2009) e, soprattutto, sotto l'ala protettiva (e la co-produzione) di un certo Steven Spielberg. Jeffrey Jacob (JJ per i fan) Abrams scrive e dirige un film che in patria è stato etichettato come (il) blockbuster estivo (seppure con critiche positive) ma che a conti fatti ha ben poco a che spartire con i classici prodotti hollywoodiani lanciati sul mercato nelle torride estati americane. "Super 8", lungi dall'essere una riflessione metacinematografica (il titolo fondamentalmente richiama la macchina da presa utilizzata dai ragazzi e nulla più), racconta una storia che tra avventura e fantascienza, a tratti assume, senza pedanteria né manierismo alcuno, i colori e i toni di una favola dal forte sapore nostalgico, come un omaggio a un cinema del passato con cui il regista stesso è cresciuto. Nonostante alcune scene altamente spettacolari (quella del famigerato incidente su tutte, senza dimenticare l'assalto al pullman), Abrams sembra più concentrarsi sulla storia dove i veri protagonisti, i veri motori degli eventi sono i giovani ragazzi, proprio come accadeva nel classico degli anni '80 di Richard Donner (prodotto guarda caso dallo stesso Spielberg), "The Goonies" (di cui uno dei ragazzi tiene persino il poster in camera, con un divertente effetto/errore anacronistico).
Debitore della sci-fi post-moderna e di altri celebri film che gravitano sempre nell'orbita del mentore Steven, come "Incontri ravvicinati del terzo tipo" ed "E.T." (vedi nel finale), "Super 8" appassiona e a tratti diverte (non alzatevi prima della fine dei titoli di coda), tiene con il fiato sospeso (il citato assalto al pullman, le inspiegabili sparizioni nella cittadina di provincia, misteriosi rumori dietro gli alberi che sembrano provenire direttamente "dall'Isola") e sa anche commuovere, in una miscela che JJ sembra oramai conoscere bene. Il mondo degli adulti rimane distante, assente, incapace di comunicare e di comprendere. E cosi, nelle figure troppo autoritarie (il padre poliziotto di Joel) o violente (il padre alcolizzato di Alice, una bravissima Elle Fanning), ritroviamo un tema caro allo stesso Abrams e che poi rappresentava per certi versi uno dei punti cardine di "Lost", ovvero il rapporto conflittuale tra padre e figlio.
Nel buon ritmo e nel tono del racconto (ancora una volta, più favola e avventura che non spreco di effetti digitali), cosi come nella sentita sincerità del suo autore, "Super 8" trova i suoi maggiori punti di forza e conferma le capacità narrative di un regista/autore che sembra saper trovare spunti e passione in generi tra loro diversi.
cast:
Joel Courtney, Gabriel Basso, Zach Mills, Riley Griffiths, Glynn Turman, Ryan Lee, Ron Eldard, Katie Lowes, Kyle Chandler, Elle Fanning, Noah Emmerich
regia:
J.J. Abrams
titolo originale:
Super 8
distribuzione:
Universal Pictures
durata:
112'
produzione:
Relativity Media, Amblin Entertainment, Bad Robot, Paramount Pictures
sceneggiatura:
Jeffrey Jacob Abrams
fotografia:
Larry Fong
scenografie:
Martin Whist
montaggio:
Maryann Brandon, Mary Jo Markey
costumi:
Ha Nguyen
musiche:
Michael Giacchino