Squadra che vince non si cambia. Il regista Danny Boyle, conosciuto ai più per "Trainspotting", e lo scrittore-sceneggiatore Alex Garland (autore del libro "L'ultima spiaggia" di cui proprio Boyle ha diretto l'adattamento sul grande schermo, il non riuscito "The Beach") ritornano a lavorare insieme dopo aver riportato in auge lo "zombie movie" con l'interessante "28 Giorni Dopo".
L'occasione era ghiotta: attualizzare, ringiovanire il genere fantascientifico-catastrofico, come si era fatto con l'horror. Nei fatti, però, il risultato convince a metà.
L'assunto base della trama di "Sunshine" pare quello dell'ennesimo "Armageddon". Nell'anno 2057 il sole sta morendo, e l'unica possibilità di sopravvivenza per il pianeta Terra è inviare in missione un gruppo di scienziati, facendogli sganciare una bomba nucleare all'interno del nucleo della stella, allo scopo di riportarla alla vita. Le cose per la Icarus II non vanno però secondo i piani. Ci sono incomprensioni tra i membri dell'equipaggio (tra cui Cillian Murphy, Chris Evans e la bella Rose Byrne), e le divergenze aumentano quando il computer di bordo riceve un misterioso messaggio di soccorso proveniente dalla Icarus I, un'astronave inviata nello spazio sette anni prima, e scomparsa nel nulla.
Boyle e Garland non inventano nulla, e pescano a piene mani da modelli "alti": le atmosfere tese e rarefatte, le claustrofobiche scenografie, il messaggio di "soccorso", vengono dritti da "Alien" di Ridley Scott, mentre le parentesi esistenzialiste e il finale psichedelico (nonché il design della Icarus) non possono non far tornare in mente i capolavori "Solaris" e "2001: Odissea nello Spazio".
Poco male. Boyle è un regista scaltro e abile, non fa pesare citazioni e richiami ad altre pellicole, dirige col suo solito stile febbricitante e dinamico, e almeno nella prima parte non fa mai calare la tensione, riuscendo quasi a far digerire le ambizioni smisurate dello script, che a un certo punto vorrebbe pure diventare una riflessione sui limiti della scienza e della morale umana.
Nonostante questo, dicevamo, il film per tutta la prima parte non lascia respirare lo spettatore: sequenze come quella della riparazione degli scudi, tesissima, illuminata dalla presenza accecante-inquietante del sole, o quella del "salto" all'esterno dell'astronave senza l'utilizzo di tute protettive, non si dimenticano facilmente.
Purtroppo, poi, regista e sceneggiatore paiono perdere la bussola, non sanno più dove andare a parare. Sappiamo bene che Boyle ci sa fare con i più disparati generi cinematografici (ricordiamo pure le simpatiche commedie "Millions" o "Una Vita Esagerata"), ma si fatica a comprendere perché "Sunshine" si trasformi improvvisamente, nel finale, in un horror sui generis. Probabilmente quando lo spettatore scopre che uno dei passeggeri della Icarus I è ancora vivo, e, rabbioso e impazzito, vuole uccidere chiunque si metta sulla sua strada, la tensione sarebbe dovuta salire vertiginosamente. Accade invece il contrario. Da ambizioso pamphlet fantascientifico, il film di Boyle si riduce a slasher di bassa lega, in cui il solito assassino sfigurato (in questo caso pure il make-up è piuttosto risibile, e non può che ricordare quello del Freddy Krueger della serie "Nightmare") dà la caccia ai protagonisti del film. In questo modo pure il finale, che avrebbe voluto essere visionario e toccante, perde forza, e si risolve in un anti-climax deludente.
Forse lo spettacolo è salvo, ma chi si aspettava molto dal nuovo film di Danny Boyle non potrà che rimanere deluso.
cast:
Cillian Murphy, Rose Byrne, Chris Evans, Micelle Yeoh
regia:
Danny Boyle
distribuzione:
UIP
durata:
107'
produzione:
Bernard Bellew, Andrew Macdonald
sceneggiatura:
Alex Garland
fotografia:
Alwin H. Kuchler