L’erede di George Lucas non è Peter Jackson come dicono molti. Sono i Wachowski Brothers a continuare le gesta del papà di Luke Skywalker e Indiana Jones, sono loro i nuovi pionieri della settima arte. I creatori della trilogia di “Matrix”, per il loro nuovo progetto, si confrontano con la serie animata “Speed Racer” di Tatsuo Yoshida (in Italia ha avuto il suo momento di gloria anni fa con il nome “Go Go Macth 5”), e da par loro, tentano di riclassificare le regole del genere
action.
“Speed Racer” è prima di tutto una nuova sfida tecnica, il tentativo - definitivo - di unire elementi reali e animazioni digitali. Gli attori sono autentici, ma si muovono in un mondo da
cartoon, in cui ogni singolo elemento è stato scrupolosamente ideato per comporre un universo alternativo, pop e coloratissimo. John Gaeta, già responsabile degli innovativi effetti visivi di “Matrix”, ha impiegato mesi per realizzare le oltre duemila inquadrature digitali, per garantire coerenza visiva tra i vari elementi presenti in ogni sequenza. Il risultato è sbalorditivo, veramente mai visto, e spesso lascia a bocca aperta.
D’altro canto, però, i Wachowski condividono con Lucas anche qualcos’altro. Come il regista di “Star Wars”, pure loro tendono a mettere la storia al servizio della tecnica, invece del contrario. I registi dicono che con “Speed Racer” volevano realizzare “il loro primo film per famiglie”, e da questo punto di vista possiamo pure tollerare l’esilissima, prevedibile, trama. Più difficile capire perché lo sviluppo narrativo sia trascinato avanti per oltre due ore e dieci, tra ripetizioni varie, colpi di noia e deliranti (forse geniali?) incursioni nei generi più disparati (dalla commedia al
kung fu movie). Sorvoliamo pure sull’edificante morale familista o sul messaggio “anti-capitalistico” (il protagonista rifiuta di affidarsi ai corrotti sponsor) che suona un po’ ipocrita. La sensazione, fastidiosa, è quella di trovarsi di fronte a un balocco luccicante ma gelido, che ammalia lo sguardo ma non scalda il cuore.
Il cast stesso pare spaesato, un optional di “carne” in mezzo a un mondo fittizio che non si allontana poi molto da quello virtuale da cui i registi ci avevano messo in guardia in “Matrix”: Emile Hirsch (straordinario interprete di “
Into The Wild”) e Matthew Fox (il Jack Shephard di “Lost”) sono "in parte", ma Susan Sarandon e Christina Ricci (rispettivamente la madre e la fidanzatina del protagonista) hanno costantemente l’espressione di chi è capitato sul
set per puro caso. E sprecare due attrici di tale calibro è veramente un errore su cui è difficile soprassedere.
Joel Silver (famoso produttore di film d’azione come “Arma Letale”) ha stanziato per questo progetto un
budget di ben 120 milioni di dollari, dimostrando di credere davvero nell’operato dei fratelli Wachowski. Ma era inevitabile che un'opera così “folle” fosse rifiutata dal pubblico. Infatti “Speed Racer” ha fallito nella sua corsa al
box office, incassando, nel primo weekend in sala, appena 18 milioni di dollari. Forse questo giocattolone sarà rivalutato negli anni. Per ora resta solo un esperimento curioso, e quindi meritevole d’attenzione.
26/05/2008