Al centro della scena la vita assurda di Max, una specie di Oscar Wilde, abulico quanto cinico protagonista di un'esistenza vissuta con il distacco di chi sa che non andrà a finire bene. Sposato, divorziato e ancora risposato, il ragazzo è chiamato a vivere le fasi che di solito caratterizzano il passaggio dalla giovinezza all'età adulta. Sperimenta l'amicizia, si innamora, ha un figlio, finisce per tradire la moglie con la tata, vive le perdite e i distacchi del tempo che passa. Tutto scontato se non fosse che Max attraversa questi eventi senza scarti emozionali e con una dialettica improntata alla massima causticità. A fargli compagnia un'umanità che non gli è da meno, dalla moglie imbranata e fedifraga all'amico pronto a rubargli la consorte, passando per il figlio nerd, trascurato e inetto ma pronto ad avere la meglio con la sua filosofia spicciola sul mondo caotico dei genitori e di chi li circonda.
Bob Byington, texano di Austin, appartenente alla comunità cinematografica locale capeggiata da Robert Rodriguez, altra fonte di sicura ispirazione per il regista, dimostra di saperci fare regalandoci risate e divertimento con adulti che non riescono a crescere e giovani nati già vecchi, dosando sapientemente il linguaggio del corpo e la mimica dei caratteri con il senso dello spazio in cui i soggetti sono inquadrati. Ed è proprio in questo mondo chiuso in una dialettica che si riduce a quello che vediamo, che non lascia spazio a realtà metafisiche e considerazioni sociologiche che "Somebody up there likes me" riesce a crearsi la sua autonomia e un taglio sicuramente originale. Un regista da tenere d'occhio questo Bob Byington.
cast:
Nick Offerman, Keith Poulson, Jess Weixler, Stephanie Hunt, Marshall Bell, Megan Mullally
regia:
Bob Byington
durata:
76'
produzione:
Somebody the Movie LLC
sceneggiatura:
Bob Byington
fotografia:
Sean Price Williams
scenografie:
George Dishner
montaggio:
Frank V. Ross
costumi:
Kim H. Ngo, Lily Walker
musiche:
Chris Baio