Chi conosce già questo giovane regista francese (cosa non così scontata, visto che l'unico suo film circolato finora nelle sale italiane è stato “Cambio d'indirizzo”, nel 2006) sa che ci troviamo dalle parti, né più né meno, della classica commedia francese, d'amore e d'autore. Scontati quindi i riferimenti a Truffaut e Rohmer, e ce lo dimostrano, oltre che l'ambientazione in una Parigi tutta fatta di scorci e illuminata dalla musica classica di Schubert, anche ovviamente la caratterizzazione di personaggi che sembrano usciti proprio dai loro film: uomini sensibili, romantici e costantemente attratti e affascinati, più che dalle donne, dal genere femminile in tutta la sua interezza; donne bellissime, imprendibili, volubili, cariche di sensualità e passione, ma anche di quella sfuggevolezza che le rende sempre così misteriose. Ne nascono spesso e volentieri storie sentimentali difficili, contrastate, mai lineari; e dialoghi che a volte con la pretesa di voler spiegare e razionalizzare l'amore, lo rendono ancora più incomprensibile.
Proprio quello che succede a Nicolas, lo stralunato protagonista del film, interpretato da Mouret stesso (personaggio che per il suo misto genuino di spontaneità, ingenuità e attitudine imbranata nei confronti della vita e delle donne richiama alla mente altri paragoni, altrettanto nobili, con la comicità di Allen, Keaton o Tati), coinvolto suo malgrado e quasi senza volerlo in una storia con la sua migliore amica, Judith (interpretata da Virginie Ledoyen), a discapito del marito italiano (il nostro Accorsi, qui comunque misurato e tutto sommato convincente, anche alle prese col francese... merito forse della Casta?).
Ad ogni modo, il tono della storia è ultraleggero, sia chiaro: si parla d'amore, di tradimenti, di passioni, ma lo si fa costantemente col sorriso sulle labbra e con una naturale e rassicurante predisposizione a non prendersi troppo sul serio, cosa tipica dei francesi.
Qui magari, rispetto a quell'altro piccolo capolavoro di delicatezza e romanticismo che era “Cambio d'indirizzo”, si gioca più sulla moltiplicazione dei personaggi e sulla costruzione ad incastro del racconto: la “storia del bacio”, raccontata ad inizio film da altri due personaggi e che rappresenta poi in realtà il vero intreccio, è messa a pretesto per ricordare che anche da questo semplice gesto d'affetto può nascere la più travolgente (e sconveniente) delle storie d'amore.
Insomma: il merito di Mouret sta indubbiamente nell'ispirarsi ai suoi modelli senza per questo copiare banalmente, e anzi riuscendo a ricreare un'atmosfera leggiadra e spensierata che rassicura tutti. E il film, più che la intensa forza di un bacio appassionato, assume quindi la leggerezza lieve, candida e assolutamente benefica di uno sulle labbra, o se vogliamo, di una carezza.
cast:
Virginie Ledoyen, Emmanuel Mouret, Julie Gayet, Michaël Cohen, Frédérique Bel, Stefano Accorsi
regia:
Emmanuel Mouret
titolo originale:
Un baiser s'il vous plait!
distribuzione:
Officine Ubu
durata:
97'
produzione:
Moby Dick Films
sceneggiatura:
Emmanuel Mouret
fotografia:
Laurent Desmet