La tendenza a tradurre qualsiasi serie televisiva di successo in pellicola è una costante di questi ultimi anni,. E' ingenuo cercare di vedere dietro queste operazioni un fine che non sia quello strettamente commerciale ed economico; la storia poi ci insegna che raramente questa logica ci ha regalato dei capolavori e che, nel migliore dei casi, il risultato non è andato al di là d'una stentata sufficienza. In tutti gli altri casi, un trionfo dell'inutile e dell'insulso.
Ora, con "I Simpsons - Il Film", è il turno di una delle serie più celebri e acclamate degli ultimi vent'anni. Certo, era facile immaginare quanto dovevano essere state persuasive le pressioni della casa distributrice, ma anche che lo stesso Matt Groening non doveva aver disdegnato l'idea di una celebrazione in grande stile per il ventennale della nascita della famiglia springfieldiana. Rassicurava i fan il pensiero che lo staff era lo stesso della serie e che difficilmente ne avrebbe tradito lo spirito. Alla fine, quindi, anche nel mio caso, ha prevalso il sentimento e, come svariati milioni di persone nel mondo, sono andato a vederlo. E, sorpresa, sono uscito dalla sala abbastanza soddisfatto.
La trama, com'era prevedibile, non è propriamente l'aspetto più interessante e significativo: Springfield viene classificata come la città più inquinata d'America soprattutto a causa di Homer, che ne combina una delle sue e contamina irrimediabilmente il lago della cittadina. Per evitare che l'"epidemia" inquinante si propaghi nel resto degli Stati Uniti e che si diffonda lo scandalo, la città viene isolata e rinchiusa dentro una cupola di vetro calata dal cielo per ordine del Presidente Schwarzenegger (sì, proprio lui), manovrato da un astuto ma folle dirigente d'un ente governativo (un personaggio nuovo rispetto alla serie e tra i più riusciti). I Simpson riescono però a fuggire dall'ira dei loro concittadini e a rifugiarsi in Alaska, da cui poi ritorneranno a Springfield per salvarla dalla distruzione.
Si capisce che l'obiettivo della produzione non fosse l'originalità della storia, ma bisogna ascrivere agli sceneggiatori un grande merito: quello di aver evitato il pericolo maggiore che insidia questo tipo di opere, cioè che il film si riducesse a una serie di episodi uniti e incollati tra loro alla bell'e meglio. Lo spettacolo, infatti, è godibile, sono poche le scene di stallo o di passaggio, e sono quasi pressoché assenti i momenti di noia.
La mano del creatore è, fortunatamente, inconfondibile e, complice la decisione (saggia) di evitare una durata eccessiva, il film è scorrevole e continuo e, comunque, ben al di sopra della media su cui viaggiano le pellicole di questo genere.
Quello che però manca, e l'assenza si sente, è la consueta vena satirica e sarcastica che contraddistingueva i Simpsons originali, quelli della serie televisiva (c'è da dire che anche nell'ultima serie questo aspetto, importantissimo, del cartone era venuto quasi a mancare). Le gag e le battute s'avvalgono, in prevalenza, della componente fisico-gestuale e l'ironia verbale è all'acqua di rose, se paragonata alle taglienti e velenose allusioni a cui ci aveva abituato Groening in alcuni felici episodi della serie. Non è un caso se la battuta che, personalmente, considero migliore nel film (ma che non vi anticipo), è quella sulla religione pronunciata da Homer in chiesa durante una fase concitata e che richiama, se pur per un attimo, i Monty Python più satirici. A parte questo, il vuoto cosmico, da quel punto di vista. Ma, visto il target familiare e l'obiettivo commerciale dell'operazione, non ci si poteva fare troppe illusioni.
Per quanto riguarda la versione italiana, ottimo lavoro del come sempre perfetto team di doppiaggio di Tonino Accolla: è anche grazie a loro che la serie ha avuto un così grande successo nel nostro paese.
In conclusione, uno spettacolo divertente ma senza molti picchi e sussulti, un film vedibile ma assolutamente non imperdibile. Comunque sia, migliore di molti suoi ex-serie simili.
regia:
David Silverman
distribuzione:
20th Century Fox
durata:
87'
produzione:
Richard Sakai, Mike Scully, James L. Brooks, Matt Groening, ecc.
sceneggiatura:
James L. Brooks, Matt Groening, Al Jean, ecc…