Girato in parte in pellicola (riprese diurne) e in parte (riprese notturne) con la cinepresa digitale Genesis "per catturare le ombre" (parola del
pressbook), "Deception" è il lungometraggio d'esordio dello svizzero Marcel Langenegger, un passato da
art director e da blasonato regista pubblicitario.
Per dare un aspetto uniforme al film, il direttore della fotografia Dante Spinotti e il regista elvetico hanno deciso di smussare le immagini digitali con lenti Zeiss e di contrastare quelle pellicolari con innovative lenti Prima. Dal punto di vista squisitamente visivo il risultato non è affatto irricevibile, al contrario il film ha i suoi pregi maggiori proprio nelle atmosfere ora asettiche (gli uffici delle corporation) ora fradice (la sortita a Chinatown) e nel rapporto dei personaggi con gli spazi (effetto vetrina negli interni aziendali, brulichio metropolitano negli esterni a New York e a Madrid).
Coprodotto dallo stesso Jackman (è la prima pellicola sponsorizzata dalla "sua" Seed Production) "Sex List - Omicidio a tre" (numero dei distributori italiani!) patisce tuttavia una narrazione così approssimativa, sbocconcellata e prevedibile da gettare progressivamente alle ortiche quasi tutti i meriti figurativi. Se la prima parte del film, nonostante la scarsa compatibilità tra McGregor e il suo personaggio, fila piuttosto bene avvolgendo un sottile ma soffocante laccio di paranoia attorno alla vicenda, a partire dalla rivelazione del ricatto del mefistofelico Wyatt (un Hugh Jackman francamente caricaturale), "Deception" inanella passi falsi su passi falsi, presumibilmente per un malinteso senso del titolo originale ("inganno").
In ordine sparso: S (la seducente Michelle Williams) si scopre essere parte del piano di Wyatt (ma dai, veramente?), il quale si scopre non chiamarsi davvero Wyatt (ma dai, veramente?) e neanche essere troppo scrupoloso nell'eliminazione degli avversari (ma dai, veramente?). Anche il montaggio non è esente da sbavature: alcuni passaggi tra i momenti di tensione (enfatizzati da un commento musicale tambureggiante) e il seguito si fanno notare per legnosità e goffaggine, il che è piuttosto sorprendente se si pensa alla formazione tecnica del regista.
Scivolando ripetutamente sul piano narrativo, "Sex List - Omicidio a tre" si aggrappa affannosamente al lavoro sulle immagini di cui sopra, ma a lungo andare finisce per crollare. E la sensazione di operina fiacca e inconcludente prende il sopravvento. Apparizione breve e perentoria di Charlotte Rampling nei panni di un'attempata signora "in lista".
(in collaborazione con "
Gli Spietati")
27/09/2008