Lorne Michaels vuole ricreare l'esperienza di un vagabondare notturno nella New York degli anni 70, di imbattersi nei bizzarri, talvolta deviati, individui che la abitano. Ambisce a farlo con un varietà in seconda serata, debuttato alle 23:30 dell’11 Ottobre 1975 e messo in discussione fino al primo secondo di diretta. E’, nell’ultima opera di Jason Reitman, la genesi del Saturday Night (oggi Saturday Night Live), il programma che, dal suo esordio, ha rivoluzionato il mondo della comicità e della televisione statunitense.
Portato in anteprima in Italia alla Festa del Cinema di Roma, "Saturday Night" immagina e ricostruisce i 90 minuti precedenti alla prima messa in onda del programma, un vortice delirante di revisioni di una scaletta troppo colma, riflettori che cadono, set che prendono fuoco, attori che fuggono dallo studio, e correzioni di un copione più o meno inesistente. Il film, che si propone di seguire l’adrenalinica esperienza di backstage in tempo reale, è un omaggio viscerale a un modo di fare arte manifestamente caro al regista e di un progetto di cui è stato egli stesso autore nel 2001. Inoltre, a solo pochi anni dalla regia di "Ghostbusters: Legacy" (datata 2021), Reitman propone un ulteriore tributo alla figura paterna, l’Ivan Reitman che ha reso celebri anche sul grande schermo alcuni dei primi comici di punta del Saturday Night (tra cui Bill Murray, Dan Aykroyd e John Belushi).
Al produttore e creatore, un Lorne Michaels ben interpretato dal giovane attore in ascesa Gabriel LaBelle (già apparso in "The Fabelmans"), si aggiunge la colorata brigata rivoluzionaria dei creativi, e future icone, del Saturday Night; basti citare il già accennato John Belushi in costume da ape (Matt Wood), l’esuberante e vitale Chevy Chase (Cory Michael Smith), o lo strampalato creatore dei muppet Jim Henson (una delle due parti interpretate da un ottimo Nicholas Braun, che appare anche nel breve ruolo di Andy Kaufman). All’officina artistica fanno da contraltare i più razionali coordinatori del dietro le quinte, quali il co-produttore Dick Eberson (Cooper Hoffman, anch’esso sulle orme del padre) e l’autrice del programma Rosie Shuster (Rachel Sennott), fondamentali nell’effettiva riuscita del lancio dello show sulla NBC. Al cast già ampiamente nutrito, si aggiungono grandi nomi quali Willem Dafoe e J.K. Simmons, esponenti della "vecchia leva", a cavallo tra il consolidato successo della tradizione e l’interesse, misto a scetticismo, verso le idee di una generazione nata insieme alla televisione e che ora rivendica di farne parte.
Il film, tecnicamente ineccepibile, si muove in un continuo botta e risposta tra le parti coinvolte, in un rimbalzo frenetico da una situazione e da un’interazione all’altra. Paragonabile all’approccio ansiogeno in tempo reale di programmi come "The Bear" (ma anche del backstage teatrale di "Birdman"), Reitman dissemina l’opera di virtuosismi registici, funzionali nella percezione di una dinamicità continua ma talvolta al limite dell’ingombrante. Particolarmente riuscito il bellissimo piano sequenza iniziale alla "Magnolia", quanto la ricerca di un annullamento spaziale tra area del palco e dietro le quinte. È inoltre gradevole la fotografia satura e granulare firmata Eric Steelberg, in formato 16 mm, che ben rievoca l’ambientazione televisiva anni 70.
L’esperto lavoro di regia e l’evidente passione del progetto trovano però il loro punto più debole nell’incapacità di creare un ponte di collegamento tra la (sicuramente riuscita) operazione nostalgia per appassionati e la poca attrattività per un pubblico meno adepto. "Saturday Night" è, infatti, fortemente sbilanciato verso la nicchia che, della storicità e dell’importanza di quella notte del 1975, è già persuasa o comunque almeno a conoscenza. Per un pubblico meno preparato, la cacofonia senza sosta di comparse, citazioni e riferimenti risulta invece soverchiante se non, a tratti, stancante alla visione. Ne deriva un film consapevolmente chiuso, che omaggia con efficacia l’importanza di un momento storico ma fallisce nel far percepire, oltre a un superficiale sfoggio di demenzialità comica, le ragioni intrinseche di tale importanza.
cast:
Gabriel LaBelle, Rachel Sennott, Cory Michael Smith, Dylan O Brien, Cooper Hoffman, Willem Dafoe, J.K. Simmons
regia:
Jason Reitman
titolo originale:
Saturday Night
distribuzione:
Eagle Pictures
durata:
109'
produzione:
Columbia Pictures, SNL Studios, Right of Way Films
sceneggiatura:
Gil Kenan, Jason Reitman
fotografia:
Eric Steelberg
scenografie:
Jess Gonchor
montaggio:
Nathan Orloff, Shane Reid
costumi:
Danny Glicker
musiche:
Jon Batiste