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recensione di Alex Poltronieri
5.0/10
La criminalità è al passo coi tempi. Una volta si trafficavano alcolici e liquore, poi le armi, in seguito la droga. Ci si ammazzava per la gestione di un giro di prostitute. Oggi, invece, ci si fa la guerra per impadronirsi dell'appalto sulla costruzione di un palazzo di venti piani. Ed è infatti così che il boss Lenny Cole (Tom Wilkinson, come al solito in un ruolo da viscido e cattivo) è arrivato dov'è ora. Un affare con un gruppo di russi appena arrivati in città potrebbe essere la chiave per ottenere ancora più denaro e potere; Lenny ha tutte le carte sul suo piatto, ha munto i funzionari giusti, e per di più il leader dei suoi inquietanti soci sovietici gli ha dato in pegno un preziosissimo, e misterioso, dipinto portafortuna. Che svanisce nel nulla. Assieme ai soldi che dovevano concludere l'affare. Di mezzo ci si mette una combriccola di ladruncoli dai modi spicci (capitanati da Gerard Butler), e una bellissima contabile che ama il rischio (Thandie Newton).

Guy Ritchie, reduce da due sonori flop (uno è l'indescrivibile remake di "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" interpretato dall'ormai ex moglie Madonna, l'altro, l'ancora inedito "Revolver"), torna a fare ciò che sa fare "meglio", e che i suoi fan  imploravano girasse, ovvero un film corale di gangster e ladruncoli, in cui le varie sottotrame, tra un imprevisto e l'altro, finiranno per ricongiungersi nel finale (vedi pure "Lock & Stock" e "Snatch"). Ma Ritchie pare ignorare che nel frattempo ci sono stati Tarantino (ormai passato ad altre cose da anni), Paul McGuigan con i suoi "Slevin" e "Gangster N° 1", "Sexy Beast", "In Bruges" e sicuramente cento altre pellicole non molto dissimili l'una dall'altra. La solfa è la stessa, e se perlomeno alcuni sono riusciti a distanziarsi dalla massa per l'efficacia della messa in scena (McGuigan) o alcune tematiche trattate (l'onore dei criminali e il fatalismo di "In Bruges"), Ritchie è ancorato ai suoi film del passato, e non se ne discosta di un centimetro.
 
Il risultato convincerà (forse) i patiti di questi minestroni noir-pulp, ma annoierà profondamente qualsiasi altro spettatore. Sì, perché ormai non stupisce più nessuno lo stile ipercinetico da Mtv, né tantomeno la violenza da cartoon o l'umorismo da caserma (con gag stiracchiate sugli omosessuali). A parte l'antipatico cast (si salva solo Mark Strong) è Ritchie il primo a sembrare poco convinto: la sua sceneggiatura è macchinosa e poco coinvolgente, e solo nella parte finale possiede un certo ritmo. Le macchiette divertenti di "Lock & Stock" e "Snatch" sembrano lontane anni luce, e l'escamotage del dipinto, mai mostrato agli occhi del pubblico, è sin troppo debitore nei confronti di Tarantino e la misteriosa valigetta di "Pulp Fiction". Il sottotesto del mondo della musica, con i suoi rocker sbandati ma più furbi dei boss del crimine, è poi appena accennato e non ha lo spazio che merita (anche se la colonna sonora, con brani dei Sonics, Hives, Lou Reed, Scientists, Clash e tanti altri, è grandiosa).

Auguriamoci quindi che con il suo nuovo progetto ("Sherlock Holmes" interpretato da Robert Downey Jr.) Ritchie riesca a dare prova di quel talento che molti gli attribuiscono.


11/02/2009

Cast e credits

cast:
Gerard Butler, Tom Wilkinson, Thandie Newton, Mark Strong, Idris Elba


regia:
Guy Ritchie


titolo originale:
RocknRolla


distribuzione:
Warner Bros Pictures


durata:
114'


sceneggiatura:
Guy Ritchie


fotografia:
David Higgs


scenografie:
Richard Bridgland


montaggio:
James Herbert


costumi:
Debbie Moles


musiche:
Steve Isles


Trama
Storie di gangster, ladruncoli e musicisti drogati nella Londra di oggi. Tutto ruota attorno ad un appalto per la costruzione di un edificio, ma poi di mezzo ci si mettono pure dei russi fuori di testa e un misterioso dipinto porta fortuna
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