Ancora revival degli anni 80, questa volta con la trasposizione cinematografica del musical "Rock of Ages", in cui si mescolano e ‘mashuppano', come uso di questi tempi, grandi hit rock degli anni Ottanta di Styx, Bon Jovi, Def Leppard e molti altri. E proprio nel 1987 si ambienta il film, seguendo le vicende della giovane Sherrie Christian (la country lady Julianne Hough), che dritta dalla campagna sbarca a Hollywood, in cerca di fortuna come cantante. Si imbatte in Drew (Diego Boneta), aspirante rocker e barista nel leggendario locale "Bourbon", minacciato di chiusura dalla campagna puritana dell'ignavo sindaco Whitemore (Bryan Cranston) e della sua agguerritissima consorte (Catherine Zeta-Jones). Mentre Sherrie e Drew legano fino a scoprirsi innamorati, il Bourbon sta per ospitare l'ultimo, grande concerto della band che ha reso immortale il locale: gli Arsenal di Stacee Jaxx (Tom Cruise), rockstar decadente e selvaggiamente magnetica, un evento che cambia completamente la vita a tutti i presenti. Sherrie e Drew dovranno combattere per i loro sogni e il loro amore, Stacee Jaxx per trovare se stesso, i proprietari del Bourbon per resistere ai conservatori di turno e tenere alta la bandiera del Rock'n'Roll.
Non facciamoci ingannare troppo dal revival degli anni Ottanta: Broadway e Hollywood hanno sempre avuto tendenze paternaliste verso la musica generale e il rock in particolare, iscrivendone le eccentricità e l'anticonformismo nella commovente narrazione dell'American Dream. E "Rock of Ages" non fa eccezione. Anzi, disinnescare contraddizioni e lacerazioni fondanti di un periodo così importante in un esercizio p(l)atinatissimo e rassicurante non è mai sembrato tanto facile. Merito forse del genere riportato in auge, quegli anni 80 barocchi e decadenti che avrebbero portato alla rivoluzione del grunge. Merito forse del cast fitto di collaudatissime star, in testa un Tom Cruise indomito e un Alec Baldwin marginale ma comunque memorabile. Merito forse del plot tanto esile quanto macinato, molto stringato rispetto all'originale teatrale che pure non si concedeva troppe licenze dal classico ‘boy meets girl'.
"Rock of Ages", musical e film, tenta di essere un testamento rock per una generazione che il rock non l'ha mai vissuto, e per questo finisce inevitabilmente per farsi forte dell'estetica musicale mainstream attuale, fatta di vocine argentine melò e svisanti e balletti gaglioffi a orologeria. Resta uno spettacolo della migliore tradizione di Broadway, sensazionale e pirotecnico il giusto per nascondere il meccanismo e le necessarie semplificazioni che questo si porta con sé. A rendere l'aria più salubre ci mette lo zampino Justin Theroux, script star del comedy americano, che aggiunge qualche tocco ironico più consapevole e leggermente sovversivo a un impianto scritto nella pietra. Due ore di entertainment purissimo, certo, ma il rock tanto ostentato abita da un'altra parte.
22/06/2012