Ultimo arrivato in termini distributivi ma in realtà apripista (il film è stato prodotto nel 2011) di un cinema italiano che prova a liberarsi dal provincialismo a cominciare dai luoghi in cui viene girato - era già successo con i film di Volo, Sorrentino e Faenza ambientati in america ma anche nella rarefazione del paesaggio urbano dell'Italia filmata da Marina Spada nella sua ultima opera - "Il richiamo" ha il suo punto di forza nella capacità di far crescere i personaggi senza la fretta che contraddistingue molto cinema contemporaneo, nel modo con cui utilizza l'ambiente, mettendolo in corrispondenza con gli stati d'animo dei protagonisti, Buenos Aires pulsante ed affollata quando nella prima parte deve fare da specchio al crescendo interiore che mette in discussione certezze che non sono più tali, la Patagonia spoglia e scarsamente frequentata a rappresentare una presa di coscienza netta ed inappuntabile in quella finale.
Ma queste qualità, a cui si aggiunge la scelta di filmare con una semplicità che certamente si addice alla volontà di riprodurre una quotidianità essenziale e priva di orpelli, sono costrette a fare i conti con una certa prevedibilità nella rappresentazione dell'universo femminile, per molti versi uguale nella suo percorso di guarigione esistenziale a quello di certe produzioni nostrane - "Le acrobate" di Silvio Soldini (1997) potrebbe essere un modello - e che trova nella performance distante ed implosa di Sandra Ceccarelli un prototipo riuscito ma fortemente praticato, ed in quella di Francesca Inaudi una proposizione sin troppo caricata anche per un personaggio come quello di Lea, agli antipodi per leggerezza ed esuberanza rispetto a quello introverso e malinconico di Lucia. E poi con una certa difficoltà nella chiusura, più volte rimandata con inserti come quella dall'anziana signora a cui Sandra decide di dare lezioni di pianoforte che non aggiunge nulla ma sembra messo apposta dal regista per piazzare qualche frase ad effetto sulle verità dell'esistenza. Ancora sul versante distributivo si registra la penalizzazione di un doppiaggio che per ragioni di opportunità commerciale ci ha privato della versione originale, girata in lingua spagnola. Davvero un peccato ma anche un segno dei nostri tempi.
cast:
Sandra Ceccarelli, Francesca Inaudi, César Bordón
regia:
Stefano Pasetto
distribuzione:
IterFilm
durata:
93'
produzione:
IterFilm, Docksur Producciones in collaborazione con Rai Cinema
sceneggiatura:
Stefano Pasetto, Veronica Cascelli
fotografia:
Guillermo Nieto
montaggio:
Alessio Doglione
musiche:
Andrea Farri