Quando si tratta di far fronte a lunghi periodi di vacche magre in termini economici ma soprattutto in termini di creatività, la riesumazione di film di enorme successo, con l'aggiunta ormai rituale del 3D che aiuta a gonfiare il prezzo del biglietto e quindi l'incasso, può essere una strategia commerciale eccellente per rimpinguare le casse languenti di una casa di produzione.
La Disney annuncia dunque una nuova stagione in cui a far fronte alla carenza di idee da cui è afflitta da ormai un decennio abbondante (caratterizzato da una lunga serie di sequel o nuovi soggetti fallimentari) è la riscoperta di alcuni dei suoi film di maggiore successo (si parla di “La bella e la bestia”, “La sirenetta”, “Monsters & co.”, “Alla ricerca di Nemo”), e decide di inaugurarla andando sul sicuro. Quello di cui si andrà a parlare quindi non è tanto "Il re leone" originale del '94 quanto il "nuovo" film considerato nell'ottica della rivisitazione in 3D.
Già riscoperta nel 2002 in occasione di una riedizione nelle sale Imax, la storia di Simba, parabola sul ciclo della vita entrata a buon diritto nell'epos disneyano (e cinematografico), è una delle pellicole d'animazione più apprezzate di sempre, e anche in occasione di questa nuova uscita non mancherà di rievocare nostalgie latenti in milioni di spettatori, oltre che a crearne di nuove.
Era quindi abbastanza ovvio che la scelta di un film per per testare questa nuova strategia della Disney dovesse ricadere proprio su “Il re leone”, che prevedibilmente non ha tradito le aspettative e ha già sbancato il botteghino a Settembre, mese di uscita negli Usa.
Non aggiungendo nulla di nuovo a un film come “Il re leone” che non necessita di aggiunta alcuna per essere considerato un capolavoro nonché una pietra miliare dell'animazione, il 3D (curato qui da Robert Neuman) conferma per l'ennesima volta di essere una pressoché inutile aggiunta, che non ha nulla in più da dire né sulla pellicola in questione, né tantomeno sul cinema stesso.
Così a guadagnarne in magnificenza e definizione sono solo i pochi, maestosi scorci della savana e della giungla, le sporadiche panoramiche dall'alto, e la scena del ritorno dello spirito di Mufasa, particolarmente flemmatica, caratterizzata da contorni sfuggevoli e polverosi che ben si prestano a una resa aggiuntiva sulla profondità dell'immagine.
Praticamente nullo è invece il lavoro sulla buona quantità di primi piani disseminati qua e là per il film (uno fra tutti, quello di Pumbaa accovacciato dietro un tronco), mentre le diverse scene dinamiche risultano essere col 3D particolarmente fastidiose.
Senza badare troppo ai traballanti tentativi di giustificazione («Il 3D migliora la storia. [...] Avere la possibilità di rendere "Il re leone" in 3D, arricchendolo di profondità, aumenta senza dubbio la suggestione della storia ed esprime maggiormente la visione del filmmakers») richiesti da una ridistribuzione massiva di vecchi film di successo come quella che la Disney si appresta a mettere in atto, è bene soffermarsi sul fatto che quelle che vengono riproposte sono opere fondamentali nel variegato universo dei film d'animazione. E sono ore sicuramente ben spese quelle passate a rivederli in sala, meglio però se nella loro originale freschezza in due dimensioni.
14/11/2011