Il milanese Frammartino aveva già ambientato il suo precedente e già interessante primo film, "Il dono", in Calabria, luogo di nascita dei suoi genitori. Sondando il terreno per questa sua opera seconda si è imbattuto in quattro possibili personaggi, quattro entità vicine e lontane: il vecchio pastore, il capretto bianco, un grande abete, il carbone.
Suggerendo la possibilità di rendere protagonista di un film un animale o un qualsiasi elemento naturale, contemplando la natura e la natura delle cose, il film può essere suddiviso in quattro storie a sé stanti. Con dei lunghi piani sequenza che nella loro quiete colgono l'imprevedibilità della vita (non mancano i momenti ironici), Frammartino ci ricorda tradizioni e luoghi dimenticati, offrendoci una visione poetica sui cicli della vita. Ma a ben vedere il film non si ferma qui: vuole andare oltre, chiedendo complicità a spettatori attenti, disposti ad unire i tasselli ed erigere un'architettura che possa essere al contempo antropologica e filosofica.
Partendo da una frase attribuita a Pitagora, secondo la quale in ogni essere ci sarebbero quattro vite distinte ma incastrate l'una dentro l'altra (minerale, vegetale, animale e razionale), i quattro stadi del film vivono di una sola anima, destinata a passare ciclicamente da entità a entità, reincarnandosi, consumandosi e rinascendo.
Senza l'utilizzo di parole né di musica, ma con un fondamentale tappeto sonoro che cattura il respiro della natura, è un'opera metafisica e antropologica, concreta e fantascientifica. Offrendo allo spettatore il compito di decifrare, comporre e riempire il suo cammino, "Le quattro volte", ideale incrocio tra Franco Piavoli e Bèla Tarr, è un cinema geometrico ma spontaneo.
Assemblando e rispettando le sue idee, Michelangelo Frammartino vola alto.
regia:
Michelangelo Frammartino
distribuzione:
Cinecittà Luce
durata:
88'
produzione:
Vivo film, Essential Filmproduktion, Invisibile Film, ventura film
sceneggiatura:
Michelangelo Frammartino
fotografia:
Andrea Locatelli
scenografie:
Matthew Broussard
montaggio:
Benni Atria, Maurizio Grillo
costumi:
Gabriella Maiolo
musiche:
Paolo Benvenuti (suono), Simone Paolo Olivero (suono)