"Al mondo esistono persone speciali, non abbiamo chiesto noi di essere speciali, siamo così e basta". Con questa frase posta in apertura del film hanno inizio le vicende di tre ragazzi con poteri paranormali che vivono/si nascondono ad Hong Kong per sfuggire alle grinfie di una spietata organizzazione governativa chiamata la divisione. La suddetta organizzazione è animata dall'obiettivo di creare un esercito di invincibili psicoguerrieri attraverso esperimenti di mutazione genetica. Il protagonista maschile, Nick Grant (interpretato da Chris Evans), è un telecinetico o "
mover" di seconda generazione, ossia un individuo avente la capacità di spostare gli oggetti con la sola forza del pensiero. I guai iniziano quando, nella vita del protagonista, fa irruzione Cassie (l'
enfant prodige di Hollywood Dakota Fanning), giovanissima veggente che sta cercando una valigetta custodita da un'altra ragazza, Kira (Camilla Belle) a sua volta dotata di poteri speciali (in questo caso capacità di manipolare il pensiero altrui). I tre, osteggiati principalmente da Nick Carver (Djimon Honsou), il crudele capo della organizzazione governativa, e da dei malavitosi del luogo, cercheranno in ogni modo di recuperare il contenuto della valigia che potrebbe essere la chiave per combattere i piani della divisione.
Paul McGuigan, dopo il tutto sommato gradevole "Slevin patto criminale", inciampa in questo "Push", un thriller tra fantascienza ed azione che stenta, e non poco, a coinvolgere lo spettatore penalizzato principalmente da una trama allo stesso tempo confusa e scontata. Resiste anche all'interno del film in questione lo stile di montaggio ispirato al videoclip tanto caro al regista, ma mentre nell'episodio di "The acid house" a suo nome ed in "Ganster n.1" questo approccio frenetico l'aveva giustamente portato all'attenzione del pubblico e della critica (particolarmente in Inghilterra), in "Push" il suo effetto scema senza lasciare tracce degne di nota. Fortunatamente la narcolessia a cui sembra indurre il film è lievemente dissimulata attraverso numerose scene d'azione ben riuscite, le quali hanno,se non altro, il merito di dare un po' di ritmo ad un racconto che non è stato sceneggiato in maniera eccellente.
Per quanto riguarda gli interpreti principali si può considerare accettabile, ma niente più di questo, l'interpretazione di Chris Evans, noto al grande pubblico principalmente per i ruoli di demente palestrato in "Non è un'altra stupida commedia americana" e di torcia umana ne i "Fantastici quattro" . Anche Dakota Fanning, ormai quindicenne, mostra qui margini di miglioramento rispetto alle sue interpretazioni precedenti, o quantomeno suscita meno antipatia dell'odiosa bimba che si era vista in "La guerra dei mondi" oppure in "Nascosto nel buio".
Complessivamente il film risulta essere una delusione proprio per la farraginosità presente a livello narrativo, il che è un peccato perché l'idea di base aveva comunque degli aspetti abbastanza originali, i quali avrebbero potuto essere sfruttati meglio nell'impostazione del racconto. Comunque sia "Push", prodotto realizzato con un sontuoso budget, avrà sicuramente un posto già prenotato negli scaffali dei blockbuster, dove, in virtù del suo cast "generazionale" e dei suoi effetti speciali, potrà finalmente ricoprire la funzione che gli sembra essere propria, che poi sarebbe quella di far passare un paio d'ore spensierate e non esattamente indimenticabili a chi lo guarderà.
Tutto questo nella speranza che McGuigan torni il prima possibile nel territorio che più gli è congeniale, ossia quello del gangster-movie tanto ironico e scanzonato quanto debitore a Tarantino e "Pulp Fiction"( in maniera tuttavia mai esagerata né irritante). Ma questa rimane appunto una speranza perché l'ultima scena di "Push" lascia invece aperta più di una porta alla realizzazione di un ipotetico sequel di cui sinceramente non si sente alcun bisogno.
02/04/2009