Domanda: a che punto è il teen movie? Come si evolve nel nuovo millennio il nobile genere cinematografico dedicato al mondo dell'adolescenza? Possibile che i tempi d'oro del mai abbastanza rimpianto John Hughes siano definitivamente andati? E se la risposta è sì, davvero bisogna accettare che quell'età magica, che precede di poco la soglia dell'essere maggiorenni, è ormai ritratta solo dalla saga di "American Pie"?
Qualche interrogativo simile a questo deve esserselo posto anche questo misconosciuto Nima Nourizadeh, esordiente regista di 35 anni, che ha tentato con la sua operetta d'esordio uno strano compromesso fra la storia gloriosa dei film per ragazzi e la sua ultima roboante deriva di questo decennio. "Project X" parte infatti con tutti gli stereotipi del caso per entrare a pieno diritto nella collezione degli "American Pie": ci vengono infatti presentati tre giovani in piena tempesta ormonale, preoccupati di quanto successo riusciranno mai a ottenere in campo sessuale e di quanto sarà lunga la strada dell'affrancamento dall'etichetta di "sfigati" che si portano dietro al liceo. Così, l'occasione giusta per uscire dal ghetto dove, naturalmente, sono stati a lungo confinati dai loro coetanei, è l'organizzazione per uno di loro, il sensibile Thomas, di una festa di compleanno indimenticabile.
Il provetto manager e spaccone Costa, insieme al paffuto ma eccitatissimo Jb, metteranno in piedi un colossale party che coinvolgerà, a serata ormai fuori controllo, qualche migliaio di giovani accorsi da tutte le parti della città. Il tutto scritto e messo in scena rispettando i canoni della commedia un po' "godereccia" e involgarita che pare sfondare così tanto in questo target di pubblico: dialoghi incentrati sul sesso più sconcio, ragazze di facilissimi costumi pronte a denudarsi a ogni tuffo in piscina e via dicendo. Insomma, tutto per ottenere un sacrosanto divieto ai minori di quattordici anni (come puntualmente accaduto in Italia).
Ma "Project X", a sorpresa, stravolge il corso della narrazione a due terzi del suo percorso e vira su altre strade. Quando infatti la festa si trasforma e perde il suo normale andamento, e la rabbia repressa di una gioventù borghese annoiata e in cerca di sempre nuovi divieti da trasgredire esplode per le strade, la cinepresa di Nourizadeh indugia sugli sguardi attoniti di uomini delle forze dell'ordine e vicini di casa. Qui, il registro narrativo assume una sua valenza originale che strappa, a nostro giudizio, la sufficienza al film. Perché nell'esasperazione delle movenze del miglior amico ossessionato da sesso ed etichetta, così come nella ricerca del divertimento più esagerato da parte di tutti gli invitati, la pellicola centra una lettura sociale per niente banale. E quindi sì, forse i nuovi giovani della middle class americana sono questi, insoddisfatti e distruttivi.
Necessita ora di procedere all'ennesima registrazione di un fenomeno ormai più che abusato, davvero violentato dal cinema contemporaneo: l'escamotage del racconto in soggettiva, il cosiddetto Pov (Point of View) arriva ora anche nel teen movie dopo essere stato abbondantemente utilizzato in altri generi, primo fra tutti l'horror. Il problema è che, a differenza di alcuni (pochi) caparbi pionieri, molti giovani cineasti alle prime armi trattano certe tecniche di ripresa con la superficialità con cui un bimbo si avvicina al suo nuovo gioco. Se ne innamorano in modo folgorante, ne fanno uso a piene mani e poi se ne dimenticano bellamente, tradendo una coerenza narrativa che pure è loro sempre richiesta.
Nourizadeh se la cava a sufficienza, decidendo di trasformare in corsa (pensiamo consapevolmente) la sua iniziale impostazione (le immagini che vediamo sono esclusivamente quelle del documentario che il quarto amico della compagnia sta girando in presa diretta) con un ampio mockumentary a più voci in cui alla telecamera amatoriale iniziale si aggiungono telefonini, piccole videocamere e riprese televisive dall'alto. Se fosse tutto congegnato, sarebbe un piccolo saggio sulla congerie di mezzi di comunicazione che ormai ambiscono a fare concorrenza alla vecchia e cara cinepresa.
cast:
Thomas Mann, Oliver Cooper, Jonathan Daniel Brown, Kirby Bliss Blanton, Alexis Knapp
regia:
Nima Nourizadeh
titolo originale:
Project X
durata:
88'
produzione:
Todd Philips
sceneggiatura:
Matt Drake, Michael Bacall, Michael Bacall