La parabola discendente di Russell Crowe passa da questa sua seconda regia, "Poker Face", in cui si mescolano thriller e, come si può desumere fin dal titolo, gambling movie. Siamo però lontani dai fasti del filone che in passato ha saputo abbracciare il realismo di "California Poker" o l’effervescenza dinamica di "La stangata". Siamo lontani dai ritmi convulsi di "Uncut Gems" e invece ben più vicini al recente "Il collezionista di carte", visto che a prevalere sono i toni drammatici e lo sguardo verso un presente su cui costantemente aleggia l’ombra del passato. Ed in realtà in "Poker Face" le stesse apparenze da gambling movie cedono ben presto il posto alle reali intenzioni di fondo, che con il poker c'entrano poco o nulla, visto che il gioco d'azzardo si riduce alla più classica delle metafore.
"Poker Face" narra la storia di Jake Foley, un miliardario che ha ottenuto le sue prime ricchezze con i software per il gioco del poker, ricchezze che poi si sono ampliate smisuratamente dopo che i meccanismi che guidavano tali software sono stati riadattati per l’industria degli armamenti. Ma il film narra, in particolare, di una serata che Jake trascorre con i suoi amici d’infanzia, che si trasformerà in una sorta di showdown esistenziale in cui ognuno metterà sul piatto non soltanto le fiche di una partita di poker milionaria, ma anche i propri segreti e le proprie verità nascoste.
È proprio durante questa surreale serata che viene inserito l’elemento disturbante esterno, rappresentato da una squadra di ladri che si introduce nella villa di Jake per trafugare le sue opere d’arte. Un film che vira dunque verso l’home invasion, con la stessa poca convinzione con cui ha accumulato gli ingredienti per ricreare le condizioni volte a rappresentare quella resa dei conti all’acqua di rose che fa da antipasto a uno scontatissimo finale buonista.
Si è parlato de "Il collezionista di carte", ma Russell Crowe - qui alla sua prima prova da sceneggiatore, sebbene su uno script e un soggetto originale altrui - non è sicuramente Paul Schrader, ed è infatti la scrittura il problema principale di "Poker Face", e principalmente la duplice, alternativa funzione che alcuni elementi narrativi assumono all’interno della pellicola, configurandosi nettamente e fin troppo dicotomicamente come fattori al servizio dello spettacolo piuttosto che dell’intreccio. Esempio dei primi, la stucchevole corsa in auto degli ospiti per raggiungere la villa, mero pretesto per sfoggiare supercar di lusso alle prese con i brividi della velocità. Del secondo tipo, invece, sono quegli elementi che nel film vengono appena abbozzati e che serviranno a giustificare il surplus di momenti action (vediamo la moglie di Jake allenarsi nella pratica della boxe, che poi effettivamente le tornerà utile, più avanti, per difendersi, pur vanamente, dai suoi aggressori).
Una presentazione didascalica di elementi su cui uno sceneggiatore più accorto avrebbe speso ben più che i brevi cenni dedicati loro da Crowe, che infatti ferma la pellicola sugli 80 minuti effettivi di durata complessiva (esclusi titoli di testa e di coda), lasciando intuire anche da questo banale aspetto le ambizioni decisamente modeste dell’opera. Il didascalismo è peraltro amplificato dalla scelta di un’inutile voce narrante, che eppure verso il finale rivela una funzione diegetica [spoiler alert] quando si trasforma nella voce fuori campo che legge le ultime volontà di Jake dopo l’apertura del suo testamento [fine spoiler].
E così a ben poco serve annotare la comunque più che dignitosa prova dell’ex gladiatore davanti alla macchina da presa. Soprattutto perché il Crowe regista dimostra, quando vuole, di poter avere il fiuto per rappresentare con immagini efficaci ciò che in altri momenti lascia all’inutile profluvio delle parole. Come quando, per dimostrare la ricchezza del protagonista, gli fa cambiare il Rolex attingendo da un astuccio dove ne conserva una decina, astuccio che poi depone nel cruscotto della sua Rolls Royce. Peccato che sia soltanto un momento.
cast:
Russell Crowe, Liam Hemsworth, RZA , Aden Young, Steve Bastoni, Daniel MacPherson
regia:
Russell Crowe
titolo originale:
Poker Face
distribuzione:
Vertice 360
durata:
90'
produzione:
Sky, MEP Capital, Alceon Entertainment Partners, Arclight Films, Hamilton Entertainment, JBH Enterta
sceneggiatura:
Russell Crowe
fotografia:
Aaron McLisky
scenografie:
Jan Edwards, Hugh Bateup
montaggio:
Catherine Armstrong
costumi:
Gypsy Taylor
musiche:
Antony Partos, Matteo Zingales