Da che mondo è mondo la cosa più difficile nell'effettuare una rapina non è tanto l'esecuzione dell'azione criminosa, quanto, piuttosto, la spartizione del bottino. Lo sanno bene non solo maestri del cinema come Stanley Kubrick ("Rapina a mano armata") e Quentin Tarantino ("Le iene"), confrontatisi con l'heist movie, nei modi che abbiamo imparato a conoscere, ma pure un regista classico e mainstream come Taylor Hackford, frequentatore abituale di melodrammi virati al nero, ed esordiente nel genere in questione con il suo "Parker", storia di un colpo finito male, e della vendetta messa a punto dal malcapitato protagonista, estromesso con violenza dalla spartizione del bottino, e per questo intenzionato a farla pagare al resto della banda.
Una pura formalità, è il caso di dire, con rese dei conti a non finire, e situazioni che costituiscono l'humus indispensabile di qualsiasi milieu criminale, quelle che esaltano il rispetto dei codici e delle leggi che regolano l'universo malavitoso eternamente improntato al motto "homo homini lupus". Così dopo averci mostrato il lato più solare di un'America che si diverte a mettere in mostra il suo senso della comunità, celebrato nello strapaese addobato a festa che fa da sfondo alla rapina, il film si sposta nell'anonimo lusso immobiliare della Florida, utilizzato come amplificatore dell'alienazione dei protagonisti: non solo del laconico quanto efficente protagonista ma anche della sua sparring partner, una donna alla disperata ricerca di un'occasione per cambiare vita.
A corto di soldi e di autostima (il suo ultimo film è stato distribuito solo homevideo) Hackford bada al sodo, costruendo un meccanismo narrativo scarnificato, e per nulla preoccupato di mostrarsi funzionale al ritmo della trama, incentrata quasi esclusivamente sull'immaginario degli attori che sono protagonisti, ognuno dei quali si impegna a portare nel film un pezzo della propria carriera: non solo quella muscolare e action del ruvido e malinconico Jason Statham, capace di tenere insieme gusti ed età diversificate, ma anche quella patinata e glamour di Jennifer Lopez, finalmente libera dalle esigenze del divismo, e perfetta nell'ingabbiare il suo status estetico dentro un corpo da casalinga disperata. Hackford li mette davanti alla telecamera senza alcuna concessione, immaginando per loro un'esistenza che non concede pause, né amore. Un film di puro mestiere dunque, con lampi di un cinema ormai tramontato, ma non per questo meno accattivante.
cast:
Jason Statham, Jennifer Lopez, Nick Nolte
regia:
Taylor Hackford
distribuzione:
Indie Pictures
durata:
118'
produzione:
Incentive Filmed Entertainment
sceneggiatura:
John J. McLaughlin
fotografia:
J. Michael Muro
scenografie:
Missy Stewart
costumi:
Melissa Bruning
musiche:
David Buckley