Ed ecco qui, puntuale come ogni estate, l'arrivo dagli Stati Uniti dei rimasugli di magazzino delle major hollywoodiane. Uscito in patria sotto Natale, e per giunta andato neanche troppo bene, "Parental Guidance" è la classica commedia familiare che può incentivare nonni e nipoti ad entrare al cinema sotto le feste. Vedere un colosso come la 20th Century Fox che distribuisce in pieno luglio, in una decina di sale in tutta Italia, una commedia così esile e con così poca convinzione fa davvero riflettere sulle politiche di programmazione da parte delle case di distribuzione.
In realtà, diciamolo subito, in qualsiasi momento dell'anno il risultato sarebbe stato il medesimo: il film di Andy Fickman, infatti, è di una mediocrità sconcertante. Piatta la regia, banale lo script, sfilacciata e colma di vuoti narrativi la sceneggiatura, fin troppo compassate le prove degli attori, ridotti ad entrare e uscire dall'inquadratura con la svogliatezza degna di una televendita.
La storia è presto detta: due arzilli nonni richiamati in servizio come educatori dalla figlia scapestrata e isterica che, dovendo lasciare la città, non sa a chi affidare i suoi tre figli. Ecco l'occasione, pensata dal soggetto ideato dallo stesso Billy Crystal, per rimestare nell'abusato calderone delle commedie intergenerazionali. Anziani affezionati a vecchi metodi di insegnamento che si scontrano con ragazzi che parlano e agiscono in fretta, che si esprimono nel linguaggio dell'era cibernetica e che vivono i rapporti umani con approccio più freddo. Tutto sottolineato, fino allo sfinimento, da particolari su particolari. Mai una battuta illuminante, mai un colpo di reni della messa in scena: ci si affida piuttosto a una simbologia desolante che trova il suo apice nella casa super tecnologica con cui la coppia Crystal-Midler deve confrontarsi.
Ma è soprattutto l'adorato (un tempo) protagonista di "Harry ti presento Sally" il più grosso punto di domanda della vicenda: invecchiato e abbrutito dal tempo (e forse dalla lontananza da grandi storie cinematografiche), Crystal fornisce una prestazione da attore incredibile per la sua trasparenza. Dimenticati da qualche parte nel suo passato i suoi ruoli più caustici e disincantati, lo storico presentatore delle notti degli Oscar si lascia guidare dalla regia inesperta di Fickman. Gli sketch, eppure qualcuno divertente ce n'è, si susseguono con frequenza meccanica e prevedibile e la risata tarda ad arrivare praticamente sempre. Alcuni frammenti sono da salvare: pensiamo alla seduta di logopedia affidato a uno spettacolo di mimi oppure al funerale del canguro immaginario. Ma la "gradevolezza" del linguaggio (attento a non sforare la censura severa d'oltreoceano) risulta alla lunga stucchevole e fasulla.
E se anche alla povera Marisa Tomei, nel suo ruolo di madre disorientata, è andata male quanto a profondità del proprio personaggio, forse solo la classe di Bette Midler riesce a ridestare lo spettatore dalla noia in cui, presumibilmente, sarà sprofondato in un'afosa serata di mezza estate.
cast:
Billy Crystal, Marisa Tomei, Bailee Madison, Tom Everett Scott, Bette Midler
regia:
Andy Fickman
distribuzione:
20th Century Fox
durata:
105'
produzione:
Walden Media, Chernin Entertainment
sceneggiatura:
Lisa Addario, Joe Syracuse, Lowell Ganz, Babaloo Mandel
fotografia:
Dean Semler
scenografie:
David J. Bomba
montaggio:
Kent Beyda
costumi:
Genevieve Tyrrell
musiche:
Marc Shaiman