Scavando nei ricordi del passato e nelle incertezze del presente il racconto si dipana e svela debolezze e squallori e, soprattutto, il senso di colpa e la codardia di una middle-class intellettuale ed esteta tormentata da rancori e rimorsi, collettivi e privati.
Tutto, in realtà, ha avuto inizio molto tempo addietro, in quel lontano 1961 quando - in occasione delle grandi manifestazioni parigine contro la guerra in Algeria - morirono circa duecento manifestanti fra cui anche i genitori di un bambino dodicenne, Majid. Sono ricordi lontani, Georges allora aveva solo 6 anni che grandi colpe può avere un bambino di quella età?
Le cassette e i disegni creano un clima di tensione e di sospetto che il regista austriaco Michael Hanecke sa rendere con straordinaria maestria costruendo lungo tutto l'arco della storia un'atmosfera angosciosa e inquietante enfatizzata dalla totale assenza di colonna sonora e dalla staticità delle inquadrature.
I lenti movimenti di macchina che seguono passo a passo i gesti quotidiani di Georges costruiscono aspettative che sono disattese, perché niente di clamoroso si cela nella sua storia (banale nel racconto alla moglie, inquietante nei ricordi che prendono forma nei sogni), niente di clamoroso, ma solo gelosia, insicurezza, paura, egoismo, freddezza, cinismo, che insieme costituiscono una barbarie umana che continua a convivere con l'eleganza e la cultura.
"Niente da nascondere" è un bel thriller psicologico tutto giocato sui sensi di colpa di un uomo e di una nazione, raccontato dal regista attraverso un'economicità dei movimenti della macchina da presa, quasi questa fosse l'occhio esterno e asettico di un giudice chiamato a indagare su una realtà ambigua, che cela profonde implicazioni, un occhio che si identifica anche con l'autore delle videocassette, fantasma impalbabile che il bel finale fa sfumare insieme ai titoli di coda.
Premiato per la miglior regia al festival del cinema di Cannes, "Niente da nascondere" sfoggia due grandi interpreti, primo fra tutti Daniel Auteil, affascinante e convincente, che sa riempire lo schermo con la sua bella faccia da noir francese e che merita di essere definito l'erede di Lino Ventura , e poi Juliette Binoche, che con un'espressività contenuta e naturale sa interpretare magnificamente il ruolo secondario di moglie esclusa. Da ricordare la presenza della sempre intensa Annie Girandot nel ruolo della madre.
cast:
Daniel Auteuil, Juliette Binoche, Annie Girardot, Maurice Benichou
regia:
Michael Haneke
titolo originale:
Caché
distribuzione:
BIM
durata:
114'
sceneggiatura:
Michael Haneke
fotografia:
Christian Berger