Latte, caglio e sangue: è questa la ricetta di “Mozzarella Stories”, un prodotto atipico nel panorama italiano decisamente apprezzabile nei suoi intenti innovativi e nel suo spirito di rottura.
È la storia di Don Ciccio “Dop”, magnate della produzione casearia campana, che dopo un lungo periodo passato in carcere, ricomincia a praticare il malaffare, affiancato da una schiera poco nutrita di fedelissimi e tediato dall’ambiziosa e inconcludente figlia Sofia. I problemi, però, non tardano ad arrivare: una copia “made in China” del richiestissimo latticino, infatti, mette improvvisamente in ginocchio l’intero settore.
Svelare qualcosa di di più della trama di “Mozzarella Stories” sarebbe un enorme sbaglio, un torto smisurato che si fa allo spettatore, prima che al film perché è proprio l’effetto sorpresa il perno di un intreccio vivace, catastrofico e imprevedibile in tutte le sue eccessive conseguenze. Tante storie, tanti personaggi, tante trovate si susseguono in un gradevolissimo mosaico folclorico e surreale che non si sa se definire privo o meno di stereotipi. I luoghi comuni, infatti, sono talmente caricati, talmente esagerati nella loro inarrestabile enfasi espressiva, da trasformarsi in genuina inventiva, grazie a una creatività e a uno spirito caustico che fa di questa pellicola una vera e propria mosca bianca sulla piazza italiana. Il surreale, di fatti, diventa un tramite metalinguistico che sostituisce a facili implicazioni sociali, il semplice gusto per una narrazione divertita e divertente, ironica e autoironica.
Un risultato così superiore alle aspettative è merito anche di una sceneggiatura molto curata che, con la sua scorrevolezza quasi matematica, fa marciare il tutto ad una velocità frenetica e dimostra una freschezza e un’originalità spesso irresistibili. La fotografia luminosa, con un uso intelligente del grandangolo, costruisce una buona atmosfera da crime-movie mediterraneo, condita dalla giusta quantità di estetica pulp che arricchisce e “fa filare la cagliata”, per dirla con Don Ciccio.
In forma tutti gli interpreti, a partire dal grandissimo protagonista, Giampaolo Fabrizio, che sembra un Tony Soprano del mezzogiorno con la faccia di Jim Belushi, fino al curioso cameo di Luca Zingaretti, munito di bizzarri baffoni da texano.
L’unico neo è la voice-off della Ranieri sul finale, una conclusione che aveva tutte le potenzialità per chiudere efficacemente l’opera, ma che viene forzosamente rovinata da un superficiale intento moraleggiante, decisamente fuori luogo nonché incoerente con lo spirito della precedente ora e mezza di film.
Insomma, “Mozzarella Stories” è niente di più di una tragicommedia vivace, godibile e gustosa proprio come un’ottima mozzarella di bufala campana. L’esordiente Edoardo De Angelis ci lascia sperare in qualcosa di buono.
Resta misterioso il contributo di Emir Kusturica accreditato nei titoli di testa.
cast:
Giampaolo Fabrizio, Aida Turturro, Luisa Ranieri, Luca Zingaretti, Giovanni Esposito, Andrea Renzi, Massimiliano Rossi, Linda Chang, Tony Laudadio
regia:
Edoardo De Angelis
titolo originale:
Mozzarella Stories
distribuzione:
Eagle Pictures
durata:
95'
produzione:
Bavaria Media Italia, Eagle Pictures, Centro Sperimentale di Cinematografia Production
sceneggiatura:
Edoardo De Angelis, Davide De Pascalis
fotografia:
Ferran Paredes
scenografie:
Carmine Guarino
montaggio:
Simone Manetti
costumi:
Eleonora Rella
musiche:
Riccardo Ceres