Il nuovo colosso d'animazione della Dreamworks (175 milioni di dollari) non possiede, com'era ovvio, la poesia e la profondità dei capolavori Pixar, ma chi è in cerca di un film perfetto per tutta la famiglia sarà accontentato. Gli ingredienti dei passati successi del team produttivo (ammiccamenti al pubblico di teenager, cast di voci
all star, colonna sonora a base di brani rock ecc) sono riproposti con calcolato cinismo, ma l'insieme ingrana e diverte parecchio. La riuscita della pellicola di Rob Letterman ("Shark Tale") e Conrad Vernon ("Shrek 2") sta, non tanto nella strabiliante animazione (chi può si gusti il film in 3D), quanto nel ritmo incessante, nei tocchi satirici quasi inaspettati (con uno stupidissimo presidente degli Stati Uniti, ricalcato un po' su Bush un po' su Clinton, che vorrebbe essere
liberal ma poi per risolvere il problema dell'invasione aliena vuole sganciare un'atomica senza pensarci su un secondo), ma soprattutto nella sarabanda di citazioni/omaggi da film simbolo della fantascienza anni 50, che, magari, sfuggiranno ai più piccoli ma manderanno in visibilio i cinefili, e non sono mai fini a sé stesse, ma compongono un
humus ideale per mandare continuamente avanti il racconto.
Andiamo nello specifico: l'enorme "Ginormica" (in originale ha la voce di Reese Witherspoon) richiama l'inedito di Nathan Juran "Attack of the 50 Foot Woman" (1958), Bob, la massa gelatinosa bluastra un po' tonta, è ricalcata pesantemente sul "Blob" dell'omonimo film del 58 con Steve Mcqueen, mentre le sue origini si rifanno a quelle del
cult trash "Pomodori Assassini" (1978). Il dottor Scarafaggio (la voce è di Hugh Laurie, per i più "Dottor House"), con il corpo umano e l'enorme testa da insetto, è un palese omaggio a "L'esperimento del Dottor K. con Vincent Price (e di conseguenza a "La mosca" di Cronenberg), l'"Anello mancante" richiama il mitico "Mostro della laguna nera" (1954) di Jack Arnold (ma pure "Il mostro della palude" di Craven), l'"Insetto Sauro" si ispira alle enormi creature di Ishiro Honda (è un po' Godzilla, un po' Mosura), ma ci sono sottotesti anche meno esibiti, come quello a "Il dottor Stranamore" di Kubrick (i capi di stato che decidono le sorti del pianeta), "La guerra dei mondi", "Independence Day", o citazioni letterali, come il
main theme di "Incontri ravvicinati del terzo tipo" (che poi si trasforma in maniera delirante in quello di "Beverly Hills Cop"), utilizzato per comunicare con gli invasori. Anche il cast di comprimari è azzeccato e strappa parecchie risate, a partire dal Generale Monger (in originale Kiefer Sutherland), militare duro, un po' folle, ma comprensivo ("piangerei se non avessi perso i condotti lacrimali in guerra").
"Mostri contro alieni" non cela grandi metafore, l'immancabile messaggio politically correct ("la tua diversità è la tua forza, accettati per quello che sei") non è ribadito in maniera ridondante e quindi non disturba, non ha altra ambizione che quella di divertire e far spegnere il cervello per un paio di ore. Ci riesce, e si esce dalla sala sazi.