Ondacinema

recensione di Anna Maria Pelella
5.0/10
Una sera, Ian Stone muore per mano di un individuo che ha tentato di soccorrere ad un passaggio a livello. Il giorno dopo è in un altro posto e ha un'altra vita. Ha anche dei ricordi della sua vita precedente. Ma continua a morire ogni giorno in una spirale continua che sembra del tutto immotivata. Fino a quando un uomo lo avvicina e gli spiega quello che è accaduto.

"The Deaths of Ian Stone" comincia in maniera intrigante: un tipo giovane, bello e popolare di ritorno dalla partita che ha appena finito di giocare con la sua squadra, si trova fermo ad un passaggio a livello in auto, da dove vede un corpo a terra. Si avvicina a piedi e il corpo si anima aggredendolo, col risultato di scaraventarlo sotto il treno in arrivo.
La mattina dopo Ian, questo il nome del protagonista, è in un nuovo ambiente e in una situazione del tutto diversa. Ha una donna, un lavoro in un ufficio, e una segretaria, ma comincia a ricordare di essere morto la sera prima ad una data ora, e quando quell'ora si avvicina lo vediamo morire ancora.

Il punto è che la faccenda si ripete per tutta la durata del film. Un po' troppo anche per il più accanito fan della fantascienza post-"Matrix". Il continuo ritorno e la conseguente morte violenta lasciano tracce nella memoria di Ian. E pure in quella dello spettatore che, quando lo vede avvicinare la sua fiamma del liceo della vita precedente che in questa gli fa da segretaria, si domanda quanto mancherà all'internamento forzato del nostro eroe. Giusto per sapere quante volte ancora ci tocca vederlo saltare fuori da un'altra parte due minuti dopo essere più morto che mai.
Il pallido interesse che i primi due ritorni avevano risvegliato nello spettatore, viene presto soffocato dalle assurdità del plot che lentamente emergono.
Si comincia dalla bella arpia che insegue Ian per ucciderlo, allo sconosciuto che lo avvicina con fare da cospiratore promettendogli una spiegazione. Ma il punto più basso viene toccato dallo spiegone finale che, come da tradizione, rende ridicolo l'epilogo di tutti i film in cui è necessario mettere qualcuno a spiegare quello che non si potrebbe capire altrimenti.

Le scene finali, in un tripudio di effettacci da due soldi, ammazzano ogni brandello residuo di tensione, così come il mostro di fine livello che, invece di impaurire, mette addirittura ilarità.
Peccato perché i primi minuti lasciavano sperare in qualcosa di originale, magari un po' influenzato dalle evoluzioni spaziotemporali di "Matrix". Purtroppo la speranza viene presto soffocata dapprima dallo stupore, e poi lentamente dalla perdita assoluta di significato di tutto il plot.

La recitazione affannata di Mike Vogel serve a poco, ma è comunque una bella spanna avanti a quella di tutti i comprimari, con in testa la bella Jaime Murray, successivamente riciclatasi in "Dexter", dove l'immobilità facciale non pare essere un problema.
L'intera operazione, seppur con qualche idea iniziale di un minimo interesse, affoga presto nel ridicolo, e la regia, assolutamente piatta, non fornisce ulteriori motivi al proseguimento della visione, che potrebbe agevolemente essere sospesa a metà. Così tanto per conservare un ricordo piacevole dei primi venti minuti di un film, che alla fine si avvolge su sé stesso finendo per lasciare lo spettatore a chiedersi se per caso non gli sia sfuggito qualcosa mentre sonnecchiava tra una resurrezione e la successiva morte del nostro Neo dei poveri.
15/06/2008

Cast e credits

cast:
Mike Vogel, James Bartle, Andrew Buchan, Christina Cole, Michael Dixon, Jason Durran, Michael Feast, Jaime Murray, Marnix Van Den Broeke


regia:
Dario Piana


titolo originale:
The Deaths Of Ian Stone


distribuzione:
Medusa


durata:
87'


produzione:
SWFX, Isle of Man Film Commission, Odyssey Entertainment, Stan Winston Productions


sceneggiatura:
Brendan Hood


fotografia:
Stefano Morcaldo