Dopo aver rispolverato il western con toni allucinati e grazie alle desertiche ambientazioni australiane ne "La proposta", John Hillcoat si ritrova a doversi confrontare con un altro genere classico ma nel luogo e nel tempo di elezione: l'America dell'epoca del proibizionismo. Coadiuvato in fase di scrittura dal suo amico Nick Cave (che, per la colonna sonora, al consueto Warren Ellis ha collaborato anche con Mark Lanegan), Hillcoat descrive l'epopea dei moonshiners (i distillatori di questo tipo di whisky) tra ironia ed esplosioni di una violenza abbastanza truculenta (da porre in evidenza il lento ma fallimentare sgozzamento e i testicoli impacchettati). L'ironia che già si avverte nella descrizione del personaggio di Tom Hardy che risponde a grugniti anche alle avance di una Jessica Chastain dalla sensualità (e dal fisico) prorompente, la si avverte ancor di più nella decostruzione mitologica: infatti, sui Bondurant aleggia la leggenda che riguarda la loro presunta indistruttibilità, capaci di scampare a un'imboscata nella Grande Guerra che ha sterminato il proprio plotone (Howard) o alla Spagnola (Forrest), l'influenza che falcidiò l'intera famiglia. È piuttosto divertente il modo in cui il mito, epitome dell'epica gangster, diventi una serie di fortuite coincidenze che culminano con la scoperta di Forrest di essere sopravvissuto all'attentato grazie all'intervento di Maggie (Chastain), non avendo quindi fatto chilometri sotto la neve ferito a morte, scoperta che incrina l'autoconvinzione della sua invincibilità. La prammatica registica di Hillcoat, invece, non mostra nessun segno di novità con un'esecuzione artigianale tanto coerente e lavorata sul piano della messa in quadro, sfruttata poi dal decoupage classico, quanto tutto sommato impersonale. Anche questo elemento potrebbe essere in linea coi gangster movie fatti in serie tra anni '40 e '50, sebbene per ambientazione e tono, risulti evidente l'omaggio di Hillcoat per opere posteriori, quale ad esempio il "Bonnie & Clyde" di Arthur Penn (1967).
Senza avere la presunzione di reinventare un genere né di imporsi come nuovo modello, "Lawless" offre un entertainment spettacolare e godibile, frutto di un'industria che può permettersi, attraverso grandi professionalità tecniche e un cast di buon livello, prodotti medi di tutto rispetto.
cast:
Shia LaBeouf, Tom Hardy, Jason Clarke, Jessica Chastain, Guy Pearce, Mia Wasikowska, Gary Oldman, Dane DeHaan
regia:
John Hillcoat
distribuzione:
Koch Media
durata:
115'
produzione:
Benaroya Pictures; Red Wagon Productions; Annapurna Pictures; Blum Hanson Allen Films; Pie Films Inc
sceneggiatura:
Nick Cave
fotografia:
Benoît Delhomme
scenografie:
Chris Kennedy
montaggio:
Dylan Tichenor
costumi:
Margot Wilson
musiche:
Nick Cave, Warren Ellis