C'è un'arte tutta francese nel confezionare i noir (o polar), fatta di tradizione, compattezza e artigianato di classe. Olivier Marchal ne è da anni uno degli esponenti più fedeli, forgiato dal suo passato da poliziotto e da un approccio sempre diretto e istintivo. Questa volta, però, il regista di "36 Quai des Orfèvres" e "L'ultima missione" ha fatto le cose in grande, con un film ambizioso e spettacolare (non a caso, campione d'incassi in patria) intitolato semplicemente "Carbone" e orrendamente tradotto in "La truffa del secolo" per il sempre sventurato pubblico italiano, condannato anche a fruirne nelle sale solo in una breve - e quasi inaccessibile - parentesi pre-vacanziera.
Nera come il carbone è per l'appunto la vicenda narrata da Marchal, che si ispira a uno dei massimi scandali francesi degli ultimi anni, quello della cosiddetta Carbone Connexion, ovvero la frode miliardaria ai danni dell'Iva francese e dell'economia europea sulle quote di carbone e la vendita di emissioni. Antoine Roca (Benoît Magimel) è un imprenditore sull'orlo del fallimento, in crisi con la moglie (Carole Brana) e vessato dal ricco suocero Aron Goldstein (un sempre più corpulento Gerard Depardieu). Antoine decide così di organizzare una truffa ai danni dello stato sfruttando proprio una scappatoia nel sistema di tassazione sulla "carbon tax", la tassa sulle risorse energetiche che emettono biossido di carbonio. Coinvolge nell'impresa due fratelli - Simon (Gringe) e Eric (Idir Chender) - con l'aiuto della madre di loro Dolly (una inquietante Dani, già modella e attrice di lungo corso - anche in "Effetto notte" di Truffaut). Ma per entrare nell'affare Antoine dovrà sporcarsi le mani con la malavita (incarnata dall'arabo Kamel Dafri) e mettere insieme una galassia di società fantasma disseminate per l'Europa. Si troverà ben presto coinvolto in una spirale discendente tra malavita, corruzione e compromessi senza ritorno. Il più classico dei "rise and fall", insomma, in cui tutti, alla fine, saranno costretti a pagare un prezzo.
Marchal non fa concessioni alla curiosità dello spettatore e sbatte subito in apertura il corpo crivellato e ormai agonizzante di Antoine che guarda in macchina. Le sue ultime parole sembrano confondersi con la voce off, mentre cita il proverbio arabo sulle tre cose che danno valore a un uomo: autorevolezza, ricchezza e sfortuna. Così, a mo' di gigantesco flashback pre-mortem del protagonista, si snoda la vicenda, ambientata in una Parigi luccicante e marcia al contempo, sospesa tra i covi putridi del milieu malavitoso e i locali di lusso del jet-set. Dalla clamorosa ascesa - condita da momenti goliardici quasi in stile "The Wolf Of Wall Street" - si precipita presto nel più cupo strapiombo, in un vortice dissoluto di paradisi fiscali e capitali riciclati, auto di lusso e coca, prostitute e trafficanti senza scrupoli (e frontiere: francesi, arabi, israeliani, cinesi). Ne scaturisce un gangster-movie teso e notturno ("I padroni della notte" di James Gray non è un riferimento lontano), tutto giocato sul montaggio alternato e su sequenze a episodi, impreziosito dalla fotografia di Antony Diaz e scandito ossessivamente dalla colonna sonora di Erwann Kermovant, che spazia dal rap angoscioso di Orelsan alla studiata vacuità della "Womanizer" di Britney Spears. Relegato quasi a special guest, campeggia poi il mefistofelico Depardieu, ghigno spietato e sigaro in bocca, pronto a snocciolare citazioni di Cicerone e Napoleone, così come a impartire le più efferate disposizioni familiari.
Congegnato come un meccanismo a incastro, senza via di uscita, "Carbone" è una parabola disillusa sul Male, sulla sua autodistruzione e rigenerazione, calata in un groviglio di eventi e personaggi avvinti quasi tra loro da un destino funereo. Può apparire freddo solo a chi non ama il cinema di Marchal, intriso di un cupo e sincero fatalismo che non fa sconti a nessuno, neanche alle emozioni.
cast:
Benoit Magimel, Laura Smet, Gérard Depardieu, Michaël Youn, Patrick Catalifo, Fred Epaud, Moussa Maaskri, Dani
regia:
Olivier Marchal
titolo originale:
Carbone
distribuzione:
Movies Inspired
durata:
112'
produzione:
Les Films Manuel Munz, EuropaCorp, Nexus Factory
sceneggiatura:
Emmanuel Naccache, Olivier Marchal
fotografia:
Antony Diaz
montaggio:
Julien Perrin, Raphaele Urtin
musiche:
Erwann Kermorvant