Come in altri lavori Ferzan Ozpetek fa del piano-sequenza iniziale de "La dea fortuna" la figura fondante della sua narrazione. Il percorso compiuto dalla mdp per arrivare all’ultima delle stanze dietro la quale porta si odono invocazioni d’aiuto e d’attenzione non è solo il modo per introdurre lo spettatore al mistero del film, quello che, facendo riferimento a un antico trauma, circoscrive lo spazio a cui tornare per sciogliere i nodi esistenziali che impediscono di continuare ad andare avanti, nonostante tutto. La mancanza di riferimenti topografici rispetto all’ambiente in cui si svolge la scena, il passaggio dal buio alla luce, il protrarsi della ricerca espedita con vari tentativi e solo al termine di essa, la scoperta di una presenza importante e "magnifica" ma invisibile a occhio nudo sono i pezzi messi insieme dall’autore per descrivere una zona dell’anima prima ancora che un territorio fisico. In questo senso i primi minuti del film servono a Ozpetek per stabilire il metro di lettura della sua storia e dunque per suggerire allo spettatore di avvicinarsi ad essa innanzitutto con il cuore e solo dopo, con la testa.
cast:
Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Jasmine Trinca
regia:
Ferzan Ozpetek
distribuzione:
Warner Bros Entertainment Italia, R&C Produzioni, Faros Film
durata:
118'
produzione:
Warner Bros Entertainment Italia
sceneggiatura:
Gianni Romoli, Silvia Ranfagni, Ferzan Özpetek
fotografia:
Gian Filippo Corticelli
scenografie:
Giulia Busnengo
montaggio:
Pietro Morana
costumi:
Alessandro Lai, Monica Gaetani
musiche:
Pasquale Catalano