Po incontra il suo padre naturale e viene condotto nella valle segreta dei panda. Riuscirà a trovare, oltre alle sue origini, anche il segreto del Chi, per sconfiggere un nemico tornato dal mondo degli spiriti ?
Gira voce che il Partito Comunista Cinese non abbia preso bene il primo "Kung Fu Panda". Non che non fosse piaciuto, anzi il contrario. La domanda era "Perché non l'abbiamo fatto noi?". E così leggenda vuole che proprio "Kung Fu Panda" abbia dato il via al piano di sviluppo cinese di blockbuster, piano che ha avuto il suo trionfo questo inverno quando durante le celebrazioni del Nuovo Anno cinese "The Mermaid" di Stephen Chow ha incassato più nella sua prima settimana in Cina di quanto "Star Wars: Il risveglio della forza" abbia incassato nella sua prima settimana in Usa (rileggete la frase) e nelle due settimane precedenti il campione del box office cinese era stato "Kung Fu Panda 3", nel frattempo diventato una coproduzione Usa-Cina.
"Kung Fu Panda 3" è un capolavoro tecnico di animazione per vari motivi. La scelta di ambientare parte della storia nel "mondo degli spiriti" permette invenzioni visive spettacolari, e altrettanto efficaci sono la sequenza a molti strati bidimensionali per il flashback della pergamena e quella a palette ridotta per la classica sequenza dell'allenamento. L'uso dello split screen è più che raffinato, i movimenti di camera durante l'azione perfetti, la tangibilità dei protagonisti impressionante (la mano di Tigre sulla spalla di Po, i primi piani di Shifu), insomma: un piacere per gli occhi. Nel comparto narrativo le solite certezze: non solo la relazione tra Po e il suo padre adottivo raggiunge nuove vette, ma Shifu e Tigre si confermano i migliori ruoli di Dustin Hoffman e Angelina Jolie dell'ultimo decennio. Però l'aggiunta di due nuovi pezzi da novanta nel cast (JK Simmons a fare il cattivone e Bryan Cranston a fare il padre naturale di Po), in realtà non dà risultati drammatici eccezionali. Entrambi gli attori/personaggi si esibiscono più che altro in gag comiche - bella quella del cattivo che torna dopo cinquecento anni e nessuno più si ricorda chi è, bellissima quella di padre e figlio che fanno gli scemi nella stanza dei cimeli del kung fu. Gli spunti drammatici del film, dal ritrovamento del padre/delle origini alla questione del Chi come compimento del kung fu, servono infatti nel film più che altro come pretesti per mandare avanti la storia, e non mancano alcuni passi falsi (il personaggio della panda ballerina). Anche il finale è, come in quasi tutti i blockbuster, tanto roboante quanto confuso, ma si accetta perché la prospettiva è sostanzialmente spettacolare/umoristica. Ecco va detto che "Kung Fu Panda 3" è un bel film dove i bambini e gli adulti ridono ogni cinque minuti, il che, dopo la svolta letteralmente cerebrale della Pixar, è una bella boccata d'aria fresca. Inoltre per gli estimatori di arti marziali, come chi scrive, i combattimenti di Kung Fu Panda continuano ad essere tra i migliori che si vedano nei blockbuster, spanne sopra ai vari schiaffoni alla cieca tra supereroi. Tacendo delle prodezze di Po, basti dire che Tigre si esibisce perfettamente in due classici: il combattimento "con la mano dietro la schiena" e il combattimento "proteggendo il bambino".
Suona strano, ma possiamo dire che Kung Fu Panda con la coproduzione è effettivamente diventato più cinese. Secondo la tradizione locale, ad esempio, viene data molta importanza ai paesaggi, e ci sono tipiche note di quello che ai nostri occhi appare kitsch orientale (petali di ciliegio OVUNQUE). Vengono citati i classici degli Shaw Brothers (la trilogia della 36a camera dello Shaolin) ma anche successi del cinema cinese recente (palesemente, "Kung Fusion" del già citato Stephen Chow). Sopra a tutto, non può essere casuale che l'ingresso della Cina nella produzione sia associato alla centralità del tema confucianissimo della Scuola. Il tema della Scuola è tanto amato da essere il filo conduttore di tutte le pellicole dedicate al personaggio principale del cinema cinese d'azione contemporaneo, cioè Yip Man, il maestro di Bruce Lee, interpretato in una trilogia di successo da Donnie Yen ma anche da Tony Leung nel bellissimo "The Grandmaster" di Wong Kar Wai. Le scene di allenamento collettivo di "Kung Fu Panda 3" non solo potrebbero essere prese da uno qualunque di questi film, ma sono la realtà quotidiana della Cina e delle grandi comunità cinesi sparse per il mondo.
Tornando a noi: l'ultima produzione della (Oriental) Dreamworks è uno spettacolare film di animazione, un divertente cartone per bambini, un ottimo film di arti marziali. "Kung Fu Panda 3" magari non raggiunge nuove vette, ma certo non tradisce.
cast:
Dustin Hoffman, Jack Black, Angelina Jolie, Bryan Cranston, J.K. Simmons
regia:
Alessandro Carloni, Jennifer Yuh
distribuzione:
20th century Fox
durata:
95'
produzione:
Oriental Dreamworks
sceneggiatura:
John Stevenson
musiche:
Hans Zimmer