THUG LIFE (acronimo che sta per "The Hate U Give Little Infants Fucks Everyone", l'odio che dai ai bambini ci fotte tutti quanti) era uno dei motti di Tupac Shakur, il rapper afroamericano campione della scena losangelina (anche se era originario di Harlem) morto nel 1996 a soli venticinque anni, vittima, a farla molto breve, di una faida fra gang rivali, alla quale non erano estranei alcuni poliziotti corrotti. Anche se sono passati più di vent'anni dalla sua prematura dipartita, le parole di Tupac, considerato uno dei più importanti esponenti della scena musicale black di sempre, ancora oggi hanno una forte influenza negli States e non è un caso che siano finite nel titolo del romanzo d'esordio di Angie Thomas, un fortunatissimo libro per young adults che è arrivato in testa alla classifica dei più venduti del New York Times e ha avuto il merito di portare attenzione su movimenti, come il Black Lives Matter, che denunciano atteggiamenti razzisti ancora persistenti nella società americana. Come tutti i libri di successo anche "The Hate U Give", che racconta la storia di Starr (proprio con due R) Carter, adolescente che nell'America di Trump ha già conosciuto una dose più che sufficiente di violenza, è stato presto opzionato da Hollywood che lo ha trasformato in un film presentato alla festa del cinema di Roma (anche se, dati degli incassi alla mano, queste pellicole sembrano, al di là del loro valore, interessare soprattutto il pubblico statunitense).
Diretto da George Tillman Jr., regista con alle spalle "Soul Food" ma anche episodi di serie televisive famose come "Power" o "This is Us", e sceneggiato da Audrey Wells ("Sotto il sole della Toscana", morta per un male incurabile proprio alla vigilia dell'uscita del film), "The Hate U Give" (distribuito da noi col titolo "Il coraggio della verità") è un adattamento che sicuramente sarà apprezzato da chi ha amato il libro e questo è già di per sé un risultato non indifferente, visto che accontentare i lettori per i registi, si sa, è un compito arduo. Starr (che ha la vivacità e cinegenia dell'astro nascente Amandla Stenberg) vive a Garden Heights, un subborgo di fantasia che potrebbe trovarsi in qualsiasi metropoli americana, coi genitori, il fratellino Sekani e il fratellastro Seven. Frequenta la Williamson, una scuola di buon livello, dove gli studenti sono soprattutto ragazzi wasp. La protagonista si sente un po' divisa fra due mondi, quello del quartiere dove vive, con gli amici di sempre ma anche le bande criminali, e l'ambiente scolastico, del quale fa parte anche Chris (K.J. Apa, famoso fra i più giovani per la serie "Riverdale", arrivato sul set all'ultimo momento per rigirare tutte le scene del suo personaggio dopo che l'interprete precedentemente scritturato era stato coinvolto in una polemica mediatica per alcune pesanti dichiarazioni a contenuto razzista evidentemente poco in linea con lo spirito del film), il fidanzato bianco del quale il di lei padre (Russell Hornsby, bravissimo), ex teppista che ha cambiato vita per amore dei suoi cari, non sa niente. La vita di Starr, alla quale sono state insegnate le regole che una persona black deve conoscere se vuole cavarsela al giorno d'oggi, cambia radicalmente un sabato sera quando durante una festa incontra l'amico d'infanzia Khalil (Algee Smith, rivelatosi grazie a "Detroit" di Kathryn Bigelow), ora giovanotto fighetto, costretto, come molti suoi coetanei, a vivere di espedienti. Episodio centrale del libro e del film è il giro in macchina che Starr e Khalil fanno dopo che la festa si interrompe anzitempo per cause, diciamo così, di forza maggiore. Un controllo della polizia stradale che doveva essere di routine sfocia in tragedia quando il poliziotto, fraintendendo il comportamento spavaldo di Khalil, spara al giovane a sangue freddo. Per Starr è una tragedia ma anche un dolorosissimo deja vu (da bambina aveva già assistito alla morte di un'altra amichetta, Natasha, uccisa da un colpo di pistola esploso da un malvivente mentre si trovava al parco giochi). Nonostante le comprensibili incertezze e le perplessità della madre (Regina Hall, già star della serie "Scary Movie" e recentemente applaudita protagonista del indie "Support the Girls"), Starr decide di testimoniare per ottenere giustizia, anche perché il poliziotto che ha sparato potrebbe non venire nemmeno incriminato. Pazienza se la cosa avrà ripercussioni sulla sua vita, sia a scuola sia in famiglia (il negozio del padre verrà incendiato dalla criminalità locale).
Nonostante le buone intenzioni dei personaggi protagonisti della vicenda, il film ci ricorda che tanta rabbia e amarezza, oltre a favorire il perdurare delle differenze tra cittadini di serie A e quelli di serie B, non può portare nulla di edificante e di fatti gli eventi precipitano, come ci mostra il bellissimo pre-finale nel quale la premessa iniziale riguardante i bambini trova una messa in scena più che efficace, a ribadire che "The Hate U Give" è un film perfetto sia per l'America odierna, sia per l'Europa dell’era sovranista.
cast:
Amandla Stenberg, Russell Hornsby, Regina Hall, K.J. Apa, Common , Anthony Mackie, Algee Smith, Lamar Johnson, Issa Rae, Sabrina Carpenter, Dominique Fishback
regia:
George Tillman Jr.
titolo originale:
The Hate U Give
distribuzione:
20th Century Fox
durata:
133'
produzione:
Fox 2000 Pictures
sceneggiatura:
Audrey Wells
fotografia:
Mihai Malaimare Jr.
scenografie:
William Arnold
montaggio:
Alex Blatt, Craig Hayes
costumi:
Frank L. Fleming
musiche:
Dustin O'Halloran