Ondacinema

recensione di Mario Vannoni
8.0/10

In mezzo alla miriade di titoli che escono ogni giorno (solo a novembre sono usciti al cinema circa una settantina di film, tra riedizioni e nuove produzioni) si rischia costantemente di perdersi qualcosa, soprattutto perché certe uscite sono più pubblicizzate di altre e, alla fine, si finisce sempre a parlare di quei 4-5 film che attirano maggiormente l’attenzione. Nel marasma in molti (come chi scrive) si saranno persi un piccolo gioiellino prodotto dalla A24 che in Italia è disponibile a noleggio o a pagamento su Prime Video. Stiamo parlando di "I Saw the Tv Glow" (Jane Schoenbrun, 2024).

I più scafati cinefili forse ne avranno sentito parlare perché Martin Scorsese lo ha definito uno dei migliori film dell’anno, definendolo emozionalmente e psicologicamente potente[1]. Partiamo proprio da qui, dall’emozione, che è il tratto più impattante e convincente del film di Schoenbrun. Sin dalla scelta e dall’utilizzo della colonna sonora, che in un misto di pop-synth elettronica con quel tanto che basta di sentori vaporwave crea un mood non tanto nostalgico, quanto più di ricordo proustiano. Non a caso la questione temporale – e la gestione degli archi narrativi avanti e indietro nel tempo – è un elemento centrale di "I Saw the Tv Glow", che si sposta tra 1996, 2006, 2010 e 2026 costruendo la storia di Owen e Maddy attraverso il loro percorso di crescita e presa di coscienza identitaria. Nel 1996 sono adolescenti (in seconda media lui e in prima superiore lei) isolati dal mondo e dai rapporti sociali, ma tra di loro si trovano e, anzi, sembrano avere una connessione particolare, dovuta alla passione (ossessione?) condivisa per una serie tv, The Pink Opaque, che ogni sabato sera per sei (e. a un certo punto, anche sette) stagioni racconta la storia delle loro coetanee Isabel e Tara, le quali vivono in un mondo sovrannaturale e sono costantemente alle prese con vari demoni ed esseri mostruosi da sconfiggere. La trama di The Pink Opaque è evidentemente ricalcata su quella di "Buffy l'ammazzavampiri" (che curiosamente ha a sua volta sette stagioni), ma anche su quella di "The Adventures of Pete & Pete" (inedita in Italia), e sembra indicare un generale interesse della regista per il mondo televisivo.

Andando ad approfondire il suo profilo, si scopre che Schoenbrun, dopo aver ricoperto il ruolo di assistente di produzione in alcuni corti dei fratelli Safdie, ha diretto un altro lungometraggio ("We're All Going to the World's Fair", 2021) incentrato anch’esso sul mondo del digitale e della televisione. Anche a livello iconografico, in "I Saw the Tv Glow", il televisore assume un ruolo centrale, sia come oggetto che dal punto di vista allegorico. Owen e Maddy, oltre a trascorrere molto tempo insieme guardando innumerevoli episodi di The Pink Opaque, condividono anche l’essere membri di una famiglia disfunzionale: lui ha una madre iper-protettiva che, anche in età post-adolescenziale, lo tratta come un bambino e un padre-ombra, inquadrato solo di sfuggita e neanche per intero, aggressivo e oppressivo; lei ha a sua volta un patrigno violento ("il mio patrigno mi romperebbe il naso se ti trovasse qui") e non sentiamo mai parlare di sua madre. Quello che inizialmente sembra un disagio dovuto a un ambiente familiare compromesso, tuttavia col trascorrere dei minuti si scopre essere un sentimento di profondo disadattamento nei confronti della realtà che cela un’inquietudine esistenziale ed identitaria. La prima avvisaglia di ciò la riscontriamo in un dialogo tra Maddy e Owen, con lei che, convinta che il ragazzo nutra un interesse romantico nei suoi confronti, gli comunica che le piacciono le ragazze. Lui, imbarazzato, risponde che non è un problema, al che lei gli chiede se a lui piacciano i ragazzi o le ragazze. La risposta di Owen è spaesante: "non lo so, credo mi piacciano le serie tv".

Dicevamo che il televisore è un elemento centrale nell’economia narrativa del film. Intanto perché dal punto di vista prettamente visivo la scatola a tubo catodico esercita una forza attrattiva sui protagonisti, anche a livello letterale: c’è una scena in cui Owen viene quasi risucchiato dall’immagine televisiva, ma in generale sono frequentissime le inquadrature che vedono primi piani dei personaggi al buio, illuminati unicamente dai colori mandati dallo schermo; o ancora, la fotografia al neon (glow è un termine esatto per indicare la tessitura visiva dell’opera) che restituisce l’idea di un mondo popolato dalle onde luminose. In secondo luogo l’istantanea del televisore distrutto (dalla troppa energia? da un sovraccarico di tensione? dal cessare della finzione?), reminiscenza lynchiana, diventa la metafora emblematica del percorso identitario di Maddy prima e Owen poi. La ragazza a un certo punto sparisce non si sa dove. Quando torna racconta a Owen una verità sconvolgente: la realtà in cui hanno sempre creduto di vivere è un costrutto architettato da Mr. Melancolia per avere il sopravvento su di loro. Owen e Maddy sarebbero Isabel e Tara, le protagoniste di The Pink Opaque. Al di là del complesso gioco di specchi tra realtà e finzione e tra finzione interna alla finzione e mondo diegetico sovraordinato, la svolta è fondamentale a livello poetico, una vera dichiarazione di intenti.

Facciamo un piccolo passo indietro. Jane Schoenbrun è una persona transgender e non-binaria. Questo è chiaramente un dettaglio essenziale nell’analisi di "I Saw the Tv Glow". Il televisore, ma a questo punto l’intero sviluppo narrativo del film, è un’allegoria della transizione di genere[2]. Ma. Guardandolo, "I Saw the Tv Glow" si apre all’interpretazione in maniera diversa e indipendentemente dal fatto di essere a conoscenza o meno della storia personale di Schoenbrun. L’atmosfera, che progredendo si fa sempre più asfissiante e inquietante, dagli echi dichiaratamente lynchiani[3] (soprattutto "Twin Peaks"), e il senso di spaesamento pseudo-depressivo (sarà un caso che il "l’antagonista" del film si chiami Mr. Melancolia?) provato dai personaggi risuona fortemente in chiunque nella propria vita si sia mai sentito fuori posto. La prima – e in realtà unica – reazione di Owen alla verità raccontatagli da Maddy è di rifiuto. Non vogliamo, anzi meglio: non riusciamo ad accettare di sentirci "diversi", qualsiasi cosa voglia dire. È difficile. Complesso. Noi siamo complessi. Ma nel vedere l’immagine di Owen che si squarcia il petto nel finale facendo fuoriuscire uno schermo televisivo si prova, o almeno io ho provato, un senso di sollievo.

"I Saw the Tv Glow" è un gioiello, un film calato nella contemporaneità sotto molteplici punti di vista: tratta la questione identitaria – centrale da sempre nella storia dell’uomo, ma più che mai attuale oggi – senza mai lasciarsi lusingare dalle metafore facili, compiaciute, didascaliche, senza buonismi di sorta e con grande sensibilità, frutto di una messa in scena capace di fare dei suoi elementi dei significanti, oltre che dei significati; parla di una paura che ci attanaglia nel profondo, quella che riguarda le radici del nostro io, e lo fa con un linguaggio dolce ma che sa pungere nei momenti decisivi, lasciandoci atterriti; infine è il ritratto di un periodo storico, visto nel suo aspetto più esistenziale, riuscendo a tenere dentro molti degli aspetti che riguardano l’attualità e il futuro, dal digitale con tutti i suoi spettri alla disgregazione dei modelli tradizionali, dalla crisi del nucleo familiare alla formazione di nuclei affettivi alternativi, dalla dissociazione dal reale alla fuga in un mondo fittizio, che tuttavia qui non è un demone da sconfiggere, ma la connessione da ripristinare per ritrovare noi stessi. Un film da vedere e, forse, visto troppo poco.



[1] https://www.indiewire.com/news/general-news/martin-scorsese-praise-jane-schoenbrun-i-saw-the-tv-glow-1235066059/ (consultato il 19/12/24).
[2] Da questo punto di vista la fisicità non conforme dei due interpreti (Justice Smith e Brigette Lundy-Paine) è cruciale nella determinazione degli esiti contenutistici.
[3] https://www.vulture.com/article/jane-schoenbrun-on-i-saw-the-tv-glow-and-buffy.html (consultato il 19/12).


19/12/2024

Cast e credits

cast:
Justice Smith, Brigette Lundy-Paine


regia:
Jane Schoenbrun


titolo originale:
I Saw the Tv Glow


distribuzione:
Prime Video


durata:
100'


produzione:
A24, Fruit Tree


sceneggiatura:
Jane Schoenbrun


fotografia:
Eric Yue


scenografie:
Brandon Tonner-Connolly


montaggio:
Sofi Marshall


costumi:
Rachel Dainer-Best


musiche:
Alex G


Trama
Due adolescenti isolati dal mondo si avvicinano grazie alla passione condivisa per una serie tv su fenomeni paranormali. Fino a quando non viene cancellata.