Ondacinema

recensione di Simone Pecetta
5.5/10
Forse questo "Hesher è stato qui" non è altro che una grezza metafora, sporca e soprattutto difficile dire di cosa, ma certamente affascinante. Il film scorre con tutte le sue imperfezioni lasciando alla fine il sapore di un qualcosa riuscito solo a metà, ma seducente comunque suona come un semplice e chiaro vaffanculo alla vita. Alla vita che si accanisce e getta immondizia su esistenze lorde di già, già avviate alla rovina e devastate come le lamiere contorte d'un auto incidentata.

L'Hesher che da il titolo al film è un volgare, brutale metallaro che ascolta i Metallica della prima ora girando col suo scassato furgone nero. Un Gesù Cristo metallaro, la cui presenza rivoluziona le vite che vengono a contatto con lui, un vate maledetto e irriverente. Hesher parla per sentenze insensate o forse profetiche. Hesher non è nemmeno il protagonista del film, ma si accaparra il titolo. Hesher si gratta il culo con una solennità liturgica. È sgarbato, triviale, infantile e insopportabile, ma il suo tocco fa miracoli. Attenzione, non siamo di fronte allo stereotipo dello stronzetto dal cuore d'oro: Hesher è proprio un bastardo. E lo è fino in fondo. Non è amabile nemmeno per coloro che in qualche modo traggono dei benefici da lui. Nemmeno per TJ che, anche attraverso il turbine che lo travolge con l'arrivo di quello stronzo di Hesher, riesce finalmente a fronteggiare la morte recente della madre e le continue angherie di un bullo a scuola. Questa è una storia di formazione solo in parte, per TJ, e in parte di ordinaria follia, per Hesher, l'antisociale, che non impara alcuna lezione di vita e passa oltre così come era arrivato.

Questa è la prima pellicola per il grande schermo del regista Spencer Susser e la prima da produttore per la star Natalie Portman. Un film costruito da conclusioni ed inizi come il "Paradiso amaro" di Payne che in Italia esce quasi contemporaneamente nelle sale: entrambe due storie familiari più agre che dolci, ma dove la fine non cala semplicemente con i titoli di coda perché proseguono il loro respiro insieme al nostro. Sia chiaro che questo ne è pressappoco il figlio minore, scapestrato e irriverente, -come già detto- riuscito a metà per via di troppe pecche ed ingenuità nella struttura e nella narrazione che nel corso della pellicola vanno a pesare sullo spettatore mentre il "Paradiso amaro" è un piccolo gioiello sotto ogni punto di vista possibile. Qui invece ad eccellere sono principalmente le interpretazioni di un cast in stato di grazia: Joseph Gordon-Levitt, Devin Brochu, Rainn Wilson, Piper Laurie, Natalie Portman. Vanno citati tutti perché è impossibile individuare qualcuno che sia stato meno che straordinario.

Alla fine dei conti "Hesher è stato qui" potrebbe meritare una sufficienza, ma facciamo gli stronzi anche noi: vaffanculo Hesher. Lui apprezzerebbe.

31/01/2012

Cast e credits

cast:
Joseph Gordon-Levitt, Devin Brochu, Piper Laurie, Natalie Portman, Brendan Hill, John Carroll Lynch, Monica Staggs


regia:
Spencer Susser


titolo originale:
Hesher


distribuzione:
Natalie Portman, Lucy Cooper


durata:
106'


sceneggiatura:
Spencer Susser, David Michôd


fotografia:
Morgan Susser


scenografie:
Laura Fox


montaggio:
Spencer Susser


costumi:
April Napier


musiche:
Frank Tetaz


Trama
Non avrebbe bisogno di essere sconvolta ulteriormente la vita del giovane TJ, perseguitato da un bullo a scuola e appena persa la madre in un incidene automobilistico, ma l'arrivo di Hesher all'improvviso cambia tutto.
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