Ondacinema

recensione di Beatrice Gangi
7.5/10

Più che delineare il processo produttivo de "Il ragazzo e l'airone", ultima splendida opera del maestro nipponico Hayao Miyazaki, il documentario di Kaku Arakawa "Hayao Miyazaki e l'airone" ne profila, più che altro, il simbiotico rapporto creativo tra autore e opera. Sotto la lente documentaristica non vengono di fatto posti elementi come le fasi di realizzazione del film, le tecniche di animazione di dettaglio, di colorazione, doppiaggio, o lo studio sul sonoro. Sotto la lente, vi è il profilo di un'artista, tranquillamente definibile come un visionario del mondo dell'animazione, in corrispondenza della delicata fase non solo di creazione di una nuova opera, ma di assoluta maturità creativa.

Nel documentario di Arakawa, diversi fattori diventano presto evidenti. In primo luogo, per Hayao Miyazaki, il mondo reale, come da lui catalogato, è un supplemento obbligato e subordinato al mondo immaginifico della mente. La vita quotidiana, atti banali come mangiare e dormire, le persone che la abitano, i ritmi e le norme che la costituiscono, sono appendici, non sgradite, ma di certo meno interessanti dell'illimitato e indulgente territorio della creazione artistica. Non solo, trattandosi dell'artista come del demiurgo della propria arte, essa rappresenta anche qualcosa che, al contrario della realtà, è da esso comprensibile e malleabile. Da qui il secondo fatto evidente, ovvero come, pur rifuggendo il mondo reale, l'arte di Miyazaki ne sia profondamente e minuziosamente intrisa, quasi a tentare di elaborarne le incoerenze e complessità. 

A più riprese, Miyazaki si riferisce infatti al proprio processo creativo come a un'azione inconsapevole, in cui il suo compito si "limita" ad aprire completamente il "coperchio del cervello". Una volta aperto, le storie ne fluiscono, automaticamente, all'esterno e sulla carta. Ne consegue come il suo "Il ragazzo e l'airone" non sia né una storia di avventura, né di crescita, ma il flusso di coscienza di un uomo, ormai anziano, che pondera sulla transitorietà di un'esistenza da lui percepita sul finire. Hayao Miyazaki, l'autore, e Mahito, il suo protagonista, sono, parallelamente, alle prese con le stesse incertezze: il desiderio di continuare a celebrare il passato e chi ne ha fatto parte, la stima per i fedeli compagni di viaggio, la consapevolezza di non poter attingere al motivo per cui la vita sia fatta come è fatta, delle intime ragioni della nostra esistenza, e, soprattutto, il difficile compito di smettere di inseguire chi non c'è più, ma di prenderne congedo. In questo specifico caso, il riferimento è ad una delle figure più importanti della vita di Miyazaki, l'amico, collega, idolo, e maestro, Isao Takahata.

Il dono del documentario di Arakawa è proprio quello di aprire allo spettatore uno spiraglio su una concezione dell'arte intima e riflessiva, pur mantenendo un approccio mai pessimista o stucchevole. Il che è reso possibile anche grazie alla bizzarra e carismatica figura di Miyazaki, ma anche dei suoi nuovi colleghi e vecchi amici. Seppur di secondaria importanza rispetto al contenuto, è giusto appuntare come la realizzazione a livello tecnico del documentario risulti invece piuttosto sbavata. Girato quasi interamente con camera a mano, Arakawa segue metodicamente il suo soggetto, tentando di replicare anche a livello di linguaggio cinematografico il flusso di pensieri del maestro Miyazaki. Eppure, lasciandosi così "guidare" in maniera pressoché totale, Arakawa si sottrae eccessivamente nell'elevare il documentario tramite una maggiore cura strutturale e compositiva. L'impressione, è che il film necessitasse di una maggiore smussatura in fase di post-produzione. 

Nonostante queste innegabili imperfezioni "Hayao Miyazaki e l'Airone" regala uno sguardo di privilegio straordinario sul bisogno e sul senso di fare arte, nelle azioni e nelle parole di una personalità d'eccellenza come il maestro Miyazaki. Se ne deduce il cinema dello Studio Ghibli, sì come prodotto di un enorme lavoro tecnico, competente, e organizzato, ma intrinsecamente, e a ben quarant'anni dalla nascita, come tuttora discernente dal sincero bisogno di creare come necessità, poiché, nelle parole di Miyazaki, "se non realizziamo qualcosa, non abbiamo niente".


25/01/2025

Cast e credits

cast:
Hayao Miyazaki


regia:
Kaku Arakawa


titolo originale:
宮崎駿と青サギと… ~「君た&#


distribuzione:
Lucky Red


durata:
120'


Trama
"Hayao Miyazaki e l'Airone" svela il processo creativo e le riflessioni personali del maestro nipponico durante la realizzazione de "Il ragazzo e l'airone".