Incapace di adeguarsi al cambiamento, e messa all'angolo dalla religione tecnologica, la commedia americana si è adeguata al nuovo trend riformulando il proprio campo d'applicazione. Così, ripulita dagli eccessi di una natura romantica troppo frivola per la complessità dei nostri giorni, e generalmente poco avvezza alla critica di costume, quasi sempre affidata alle estemporaneità del cinema d'autore, il genere in questione è diventato nei casi più eclatanti palcoscenico di storie popolate da categorie maschile incolte e demenziali, intente a rinnovare il feticcio di una gioventù da ultimo minuto, perduta in un nonsense esistenziale che rimanda all'infinito il momento del trapasso. Alle prese con lo scorrere del tempo i protagonisti delle sue storie si rifugiano nel mito dell'eterna giovinezza, navigando in opposte direzioni: da una parte la esorcizzano prendendola di petto con sgangherata esuberanza - è il caso di Apatow e dei suoi seguaci in questi giorni nelle sale con "Facciamola finita" del neo regista Seth Rogen - oppure assecondandola con beata indifferenza, come capita a Vince Vaughn ed Owen Wilson, compagni di viaggio ("2 single a nozze - Wedding Crashers", 2005) in una contemporaneità di cartapesta che si divertono a cavalcare con un mix di edonismo e filosofia da idiot savant. Ed è proprio spingendo l'acceleratore su quest'ultimo aspetto, e mettendo per un attimo da parte il talento da playboy (nel film il personaggio di Vaughn viene lasciato dalla fidanzata mentre quello di Wilson è costretto agli straordinari per convincere la bella di turno ad uscire con lui) che i nostri si presentano ai nastri di partenza con la loro ultima fatica.
Ne "Gli stagisti" (The Internship) infatti interpretano due venditori, Nick (Vaughn) e Billy (Owen), colpiti dalla crisi che li ha lasciati senza occupazione, costringendoli a riciclarsi in un mercato del lavoro sconosciuto ed ostile. La salvezza si materializza nello stage indetto dalla Google in vista di nuove assunzioni. Rientrati per miracolo nella cerchia dei prescelti Nick e Billy si ritrovano a competere con uno stuolo di teen ager aggressivi e "cibernetici", disposti a tutto pur di assicurarsi la posta in palio.
Diretto da un esperto del settore come Shawn Levy regista de "Una notte al museo" (2009) e del relativo seguito, "Gli stagisti" si sviluppa su una trama arcinota, con la coppia di protagonisti impegnata a sconfessare le cassandre, conquistandosi un posto al sole tra il tripudio degli astanti. Per farlo Vince Vaughn, sceneggiatore oltrechè attore, estremizza la componente più matura della coppia, precipitando Nick e Billy in una situazione paradossale, con il ritorno sui banchi di scuola che punta tutto sul gap generazionale e di conoscenze che divide i protagonisti dal resto del contesto. Legati ad un cinema che il più delle volte si è rivolto a loro per enfatizzarne la parte più bambocciona, questa volta Vaughn e Wilson attraverso i loro personaggi sono chiamati ad interpretare ruoli di segno opposto. Seppur impregnati di un infantilismo che il lavoro di venditore - naturalmente portato ad adulare ed a sedurre - gli consente di nascondere sotto le vestigia di un'esperienza acquisita sul campo, Nick e Billy diventano veri e propri padri putativi nell'ambito del gruppo, guidando i ragazzi attraverso una serie di difficoltà che seppur originate dalle prove d'esame che i frequentatori devono superare, acquistano le sembianze di un'iniziazione alla vita di cui i due adulti, con il loro esempio ed i loro consigli, diventano mentori. Se il fatto di portarci dietro le quinte di un colosso come Google rappresenta un'assoluta novità, lo stessa cosa non si puo dire del film.
A parte la simpatia dei due protagonisti, vera o presunta che sia, il film si snoda attraverso una canovaccio già visto tanto nei caratteri - come molti film scolastici anche qui abbiamo la solita galleria di tipi umani, dall'antipatico ma talentuoso al secchione della classe, alla ragazza bella ma problematica - che nelle situazioni - una su tutti la riunione finale dove tutti i personaggi, con la scusa della proclamazione dei vincitori sono chiamati a raccolta per ascoltare la "morale della favola" - condite quasi sempre da un frasario ipertecnico che vorrebbe enfatizzare l'inadeguatezza di Nick e Billy, e che invece finisce per diventare un rap noioso e disturbante. Privo di trovate ma ricco di glamour per il fatto di potersi fregiare di aneddoti e curiosita legati al famoso motore di ricerca, "Gli Stagisti" è anche l'ennesimo compendio di frasi fatte e filosofia spicciola che arriva a rivalutare un film come "Flashdance" (1983) assurto a bibbia del sogno americano quando Nick, sull'esempio dell'indimenticata Alex (Jeannifer Beals) incita i ragazzi a crederci fino in fondo ed a non mollare mai. Uscito senza successo negli Stati Uniti "Gli Stagisti" paga forse l'eccessivo buonismo di un copione che impantana Vaughn ed Owen all'interno di un abbecedario lungimirante e saggio, che poco si addice ai due indisciplinati buontemponi.
cast:
Vince Vaughn, Owen Wilson, Rose Byrne
regia:
Shawn Levy
titolo originale:
The Internship
distribuzione:
20th Century Fox
durata:
119'
produzione:
21 Laps Entertainment, Twentieth Century Fox Film Corporation, Wild West Picture Show Productions
sceneggiatura:
Jonathan Brown
fotografia:
Dean Zimmerman
scenografie:
Jonathan Brown
costumi:
Tom Meyer
musiche:
Christophe Beck