Quando nella vita della ragazza irrompe il nuovo fidanzato della madre, Connor, gli equilibri, che già abitualmente seguivano traiettorie irregolari, svaniscono nel nulla.
La conquista dell' uomo agli occhi di Mia assume più valenze (consce o inconscie che siano): l'uomo di casa che non c'è (la figura paterna), una sfida e rivalsa nei confronti di una madre infantile, egoista e poco in grado di assurgere un ruolo materno, un'alternativa sociale alla desolata vasca per i pesci in cui è intrappolata (attenzione alla sequenza del lago: simbolica, forse troppo), l'esplosione dei primi turbamenti sessuali, finora celati dietro ad un atteggiamento quasi mascolino.
L'intensa progressione drammaturgica non tradisce le attese, anche se qua e là si sente la programmaticità della costruzione, vagamente in conflitto con la libertà etico-estetica espressa nelle prime sequenze del film. Libertà rappresentata dalla passione per la danza hip-hop che, insieme all'amore per una cavalla incatenata e malata, formano un piccolo grande microcosmo nel quale fuggire ed evadere, in solitaria, dalla realtà quotidiana.
"Fish Tank", dopo la mancata tragedia finale, sembra sfumare, in contrapposizione con l'apertura aggressiva. E se la carica eversiva va a fasi alterne, la ridondanza è tenuta sempre alla larga.
L'esordiente Katie Jervis, pescata in una stazione dei treni durante un litigio con il suo ragazzo, riesce a donare alla sua Mia un'acqua della vita capace di renderla un personaggio forte, da non dimenticare.
cast:
Katie Jarvis, Michael Fassbender, Charlotte Collins, Kierston Wareing, Harry Treadway
regia:
Andrea Arnold
titolo originale:
Fish Tank
distribuzione:
One Movie
durata:
123'
produzione:
BBC Films, Kasander Film Company, Limelight, UK Film Council
sceneggiatura:
Andrea Arnold
fotografia:
Robbie Ryan
scenografie:
Helen Scott
montaggio:
Nicolas Chaudeurge
costumi:
Jane Petrie