Il brillante ma incasinato Alex è richiamato dall'istituto di robotica dove ha iniziato le prime ricerche col fratello David e l'amata Lana (che adesso stanno assieme). Lo scopo è terminare un progetto ambizioso iniziato anni prima: costruire un androide dotato della curiosità e della vitalità di un bambino. La situazione si complica quando Alex scopre chi è la ragazzina che ha scelto come modello comportamentale per l'androide...
La festa per i laureati della classe 2041 si tiene tra i mobili di legno di una birreria vecchio stile, con un giradischi che suona "Space Oddity" mentre sopra di esso un ologramma disegna forme sonore guidato dalla musica. E' un futuro vintage con piccoli tocchi tecnologici quello disegnato dal regista Maillo. A parte la presenza pervasiva di robot con apparenze che variano dalla ruspa al gatto, passando ovviamente per il maggiordomo, e a parte un inevitabile progresso nelle tecnologie informatiche e della comunicazione, non molto sembra essere cambiato nel futuro prossimo, anzi. Forse perché la storia si ambienta in un piccolo paese di montagna si respira una atmosfera vagamente retrò, dalla SAAB 900 dei protagonisti fino agli interni delle case. Questo futuro quasi fermo, un po' scoraggiato, è l'idea più incisiva del film e, nel suo realismo, contribuisce non poco a disorientare e piacevolmente inquietare lo spettatore. L'impressione è rafforzata dalle insistite inquadrature dall'alto che ci mostrano le dinamiche dei protagonisti quasi trascurabili in confronto alla natura che li circonda, e, grazie alla neve che continua a cadere, danno anche un tono fiabesco alla vicenda.
Nota importante in un film di fantascienza, gli effetti speciali sono notevoli proprio perchè discreti - sopra a tutto il gatto artificiale - e la rappresentazione dei robot è accurata: tra le variegate macchine che popolano il paesino e l'istituto vediamo il famoso Big Dog della Boston Dynamics e altri modelli veramente esistenti (anche lo scheletro del robot-bambino ricorda l'italiano Icub, usato anche in Spagna). Anche qui non si sfugge alla nostalgia, dato che per la sua "programmazione simbolica" Alex usa un robot modello PUMA degli anni '80...
La recitazione è forse un po' soffocata dai toni melò della vicenda - al di là della fantascienza stiamo pur sempre parlando di una tensione amorosa lui-lei-fratello di lui - il solitamente ottimo Daniel Bruhl è un po' stretto nel personaggio, e anche Marta Etura era più convincente nel recente "Bed Time". Infine Claudia Vega che interpreta Eva è a tratti irritante ma anche in quel caso si trattava di un personaggio veramente difficile. Come ripetono spesso i protagonisti del film, i bambini reali sono molto peggio dei bambini robot. Spicca invece Lluis Homar nella parte secondaria del robot-maggiordomo di Alex con livelli di emotività regolabili, una prova di stile non banale.
Maillo si colloca consapevolmente nel filone cinematografico dell'intelligenza artificiale. I riferimenti a "A.I". sono innumeri, a tratti affiora una malinconia da "Ghost in the Shell" e soprattutto una delle scene chiave è abilmente ripresa da "2001". "Eva" non è a livello di cotanti maestri, sia chiaro, ma può meritare la visione per come ri-combina elementi noti con un tocco personale, nell'ambientazione e in una particolare delicatezza nell'affrontare il tema delle leggi etiche dei robot di asimoviana memoria.
cast:
Marta Etura, Lluis Homar, Daniel Brühl
regia:
Kike Maillo
titolo originale:
Eva
distribuzione:
Videa-CDE
durata:
94'
produzione:
Escandalo Films
sceneggiatura:
Sergei Belbel
fotografia:
Arnau Valls Colmer
montaggio:
Elena Ruiz
costumi:
Maria Gil
musiche:
Sacha Galperine
Il brillante ma incasinato Alex è richiamato dall'istituto di robotica dove ha iniziato le prime ricerche col fratello Daivd e l'amata Lana (che adesso stanno assieme). Lo scopo è terminare un progetto ambizioso iniziato anni prima: costruire un androide dotato della curiosità e della vitalità di un bambino. La situazione si complica quando Alex scopre chi è la ragazzina che ha scelto come modello comportamentale per l'androide...