E se l'effetto acquatico che da il titolo al film di Solveig Anspach fosse una versione francese di serendipity, neologismo della lingua inglese coniato nel 1754 dallo scrittore Horace Walpole? Nei vocabolari si legge tra le altre cose che la serendipità è la sensazione conseguente al fatto di trovare fortunosamente una cosa o una persona che non si aspettava di trovare. Una spiegazione che potrebbe andare bene con la sorpresa provata da Samir (Samir Guesmi) e Agathe (Florence Loiret-Caille), i protagonisti della nostra storia, di fronte alle straordinarie conseguenze del loro incontro, nato in una sera di un giorno qualunque all'interno del bar dove per caso il ragazzo scorge la donna intenta a rinfacciare al fidanzato le ragioni per cui ha deciso di lasciarlo. Innamoratosi della sconosciuta Samir decide di rompere ogni indugio trovando il modo di conoscerla iscrivendosi al corso di nuoto in cui Agathe è impegnata in veste d'istruttrice. Non serve dire che sarà proprio l'elemento acquatico, presente sia nella prima parte ambientata nelle corsie della piscina dove l'irrequieto spasimante mette in pratica il suo piano, che nella seconda, collocata in Islanda n cui la vicenda si sposta per dare modo ad Agathe di partecipare ad un convegno internazionale, a fornire gli spunti e allo stesso tempo a fare da collante narrativo alle turbolenze sentimentali della strana coppia. La quale, assecondando il modello caro alla commedia sentimentale di stampo americano, ricalca ne più ne meno lo standard umorale tipico del genere, con il colpo di fulmine iniziale a fungere da apripista per una serie di stati d'animo uguali e opposti che porteranno i due innamorati a riunirsi solo al termine di una lunga scia di ritrosie e complicazioni.
Più interessante è invece cercare di approfondire i motivi di un'originalità che consente a "L'effet Aquatique" di distinguersi dall'anonimato; e per esempio soffermarsi sulla perfetta corrispondenza tra l'eccentricità fisiognomica e caratteriale dei personaggi - resi tali dalla scelta d'attori che alla pari dei loro alterego sono dotati di un carisma e di una bellezza fuori dai canoni eppure altamente seducente - e l'inusualità del paesaggio umano e geografico che li accoglie, dominato dall'understatement di figure a dir poco bislacche (si pensi alla filosofia di vita della coppia che ospita Agathe durante il suo soggiorno, improntata ad un'interscambiabilità di ruoli e mansioni normalmente impensabile dalle nostre parti) e caratterizzato da ambientazioni neutre anche quando il film, abbandonando la dimensione da camera derivata dal fatto di girare esclusivamente in interni si getta a capofitto nella natura lunare del territorio islandese. O ancora, rilevando il lavoro effettuato dalla Anspach sul corpo degli attori, utilizzato a secondo dei casi e come cartina di tornasole delle differenze caratteriale dei personaggi, e sul piano strettamente cinematografico, come fonte primaria di divertimento. Così lo scarto visivo tra la corporatura alta e slanciata di Samir e quella minuta e nervosa di Agathe diventano il segno di un inconciliabilità che la storia enfatizza attraverso situazioni a volte paradossali (come quella davvero esilarante in cui Samir per riconquistare una riluttante Agathe si finge esperto di geopolitica organizzando un panegirico sulla tolleranza tra i popoli che finisce per riscuotere il plauso degli udenti) a volte - approfittando della fisicità sghemba e un po' gommosa di Samir - surreali, con intermezzi come quelli che ci mostrano in successione ravvicinata i progressi natatori del falso apprendista in cui la tenzone sentimentale lascia spazio alla comicità slapstick del formidabile attore. Leggero, intelligente e multiforme lo spettacolo prodotto da "L'effett Aquatique" riesce a non perdere mai di vista il cuore tratteggiando con delicata fantasia la favola di un amore contemporaneo. Accolto con successo all'ultima Quinzane des Realisateurs e grazie al fiuto di Valerio De Paolis distribuito in Italia nel corso della prossima stagione, il film costituisce il testamento artistico della sua regista, scomparsa subito dopo la fine delle riprese; "L'effet Aquatique" rende merito al suo talento come meglio non si potrebbe.
27/06/2016