Squadra che vince non si cambia. Ad un anno dal successone estivo "
Disturbia" tornano il regista D.J. Caruso ("The Salton Sea"), il neo divo Shia LaBeouf e il produttore esecutivo Steven Spielberg, con l'auspicio di replicare i fasti della precedente collaborazione. Alla base c'è sempre un vecchio soggetto del creatore di "E.T.", un
pastiche dei generi più disparati che scopiazza l'Hitchcock di "Intrigo internazionale" (l'uomo comune scambiato per un altro, che si ritrova al centro di una cospirazione) e "L'uomo che sapeva troppo" (il
climax finale sulle note dell'inno nazionale americano, con la citazione visiva della nota "topica" dello spartito "ingigantita"), laddove "Disturbia" rubacchiava impunemente da "La finestra sul cortile".
In mezzo c'è pure un po' di "2001: Odissea nello spazio" (senza svelare nulla, chi vedrà capirà), "Io, Robot" e "Il fuggitivo". Un minestrone che, fosse uscito negli anni 80, magari per la regia di Joe Dante, sarebbe diventato un
cult all'istante. Ma i tempi sono cambiati. Caruso impagina il film come un thriller
hi-tech esagitato e privo d'ironia, pieno di inseguimenti e botti in dolby digital. Non ci si annoia, ma non si prova nemmeno un po' di interesse, e pesano, oltre a suonare pretestuosi, i vari agganci al presente post 11-9 (con i servizi segreti Usa che danno la caccia ad un sosia di Bin Laden e un presidente guerrafondaio), e i messaggi
pro-privacy (la tecnologia è una grande risorsa ma va usata con moderazione e giudizio). Va bene poi sospendere l'incredulità davanti a robot auto consenzienti e colpi di scena assurdi, ma anche lo spettatore più propenso a lasciarsi andare storcerà il naso do fronte all'apparente immunità del protagonista, che esce illeso anche dalle situazioni più rocambolesche (pure le pallottole non lo uccidono?).
E i primi ad apparire perplessi e poco convinti dell'operazione sono i volti noti del lussuoso cast. Ad eccezione di LaBeouf, sempre in parte, benché poco sfruttato, tutti gli altri (a partire da Rosario Dawson e Billy Bob Thornton) sembrano capitati sul set per errore. C'è intrattenimento e intrattenimento, e "Eagle Eye" ci pare rientrare nella categoria dei prodotti a "breve scadenza". Un'ora dopo averlo visto lo si è già dimenticato.