Wes Craven, regista. Kevin Williamson, sceneggiatore. La premiata ditta di "Scream" si riforma, e applica la medesima formula (spaventi+ironia+cinefilia) al film sui lupi mannari. Sulla carta doveva essere un progetto vincente, ma il risultato è decisamente sottotono.
A chi dare la colpa? Mah, tanto per cambiare tocca puntare l'indice contro gli invadenti fratelli Weinstein, che hanno preteso drastici tagli per ridurre al minimo il tasso di violenza (in modo da ottenere un divieto
PG-13, allargando il pubblico del film anche agli adolescenti), costringendo Craven e la sua
troupe a rigirare in fretta e furia intere sequenze (cambiando addirittura alcuni attori), e sprecando migliaia di dollari di truculenti effetti visivi, poi abbandonati in cabina di montaggio.
Massì, forse la colpa non è solo dei fratellini. Pure Craven e Williamson ci mettono del loro. In particolare, il secondo (anche produttore), pare non volersi discostare di una virgola dall'impianto da
college-horror che continua a riproporre da sempre, abbondando poi in luoghi comuni e
déjà vu. Vengono così a mancare le sorprese e le "anomalie" che hanno reso "Scream" un piccolo
cult.
Non che Craven non abbia più nulla da dire: a parte l'innegabile mestiere (nel pre-finale, ambientato in un lussuoso locale
hi-tech c'è una bella citazione dal labirinto di specchi de "La signora di Shangai" di Welles), sono forti gli inserti ironici, ed è esplicita la critica a Hollywood e a i suoi Mostri (nel film i licantropi sono tutti giovinastri snob provenienti dal mondo della tv).
Ma sono temi che vengono appena accennati, e rimangono sempre sullo sfondo.
Cosa resta allora? Un horror per
teenager (di bocca buona), anemico (ovvio, visti i tagli), prevedibile e che diverte poco. Gli effetti digitali sono mediocri (il
make up del grande Rick Baker non è sfruttato a dovere, le trasformazioni sono quasi sempre fuori campo), e il cast è pieno di inespressivi divetti provenienti da serie Tv di successo (Jackson da "Dawson's Creek -
serial creato, guarda un po', da Williamson - Ventimiglia da "Una mamma per amica").
Un'occasione persa, e, non a caso, un flop commerciale.
08/06/2008