Si è discusso più volte di quanto le immagini dell'11 Settembre, con lo shock provocato dal crollo delle Torri gemelle, abbiano depauperato la verosimiglianza del cinema di finzione, costretto a competere con il bisogno di verità ereditato dai fotogrammi di quella tragica visione. Sul piano artistico la conseguenza più evidente è stata il ritorno a un genere, il documentario, ripescato dall'embargo a cui l'aveva costretto l'edonismo di un'industria cinematografica intenzionata a soddisfare le richieste di un mercato affamato di verità. Non ci si può stupire, quindi, se un personaggio come Edward Snowden, passato agli annali della cronaca per lo scandalo del Datagate, si sia rivolto a una documentarista militante come Laura Poitras, e, attraverso di lei, a Gleen Greenwald, il reporter del Guardian che, nel marzo del 2013, tramite una serie di articoli e di interviste televisive, rivelò al mondo il sistema di sorveglianza (e i relativi programmi di intelligence) per mezzo del quale gli Stati Uniti spiavano i propri cittadini e quelli degli altre nazioni. Una violazione della privacy e della libertà dell'individuo che, di fatto, estendeva i contenuti del Patriot Act - promulgato da George W. Bush per prevenire eventuali attacchi terroristici - a tutti i cittadini ritenuti in qualche modo oggetto di interesse da parte dei servizi segreti americani. Un sistema di acquisizione "passiva" o, se volete, una versione contemporanea del Grande fratello orwelliano, capace di intercettare ogni sorta di comunicazione (con e-mail, motori di ricerca e servizi online utilizzati come fonte primaria d'informazione) e in grado di ricostruire, attraverso la messa a sistema dei singoli dati (i cosiddetti "metadati"), abitudini e stile di vita dei "ricercati".
"Citizenfour", dal nome in codice utilizzato da Snowden per agganciare la Poitras, spiega, analizza, fornisce numeri e, soprattutto, conferma la validità dell'assunto, catapultando lo spettatore all'interno di una cospirazione di cui egli stesso è potenziale vittima. Nel farlo, la regista tiene fede alla volontà di Snowden, fin dal principio intenzionato a evitare che l'interesse sulla sua persona potesse togliere spazio all'importanza del messaggio. In questo modo più che approfondire il privato del personaggio, preso in considerazione solo per quanto riguarda le ragioni di una scelta imputata alla salvaguardia del bene collettivo, "Citizenfour" si sofferma sulle anomalie del sistema, individuate nel tradimento dell'amministrazione Obama, che del ridimensionamento del Patriot Act aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia, e sulla cospirazione dei suoi bracci armati, rappresentati dai vertici delle massime agenzie investigative (Cia, Fbi) e di sicurezza nazionale (Nsa).
Ma il valore di "Citizenfour" non si ferma all'importanza dei contenuti, paragonabili a quelli che a suo tempo fecero la fortuna di Michael Moore e del suo "Fahrenheit 9/11", perché il lavoro della Poitras, con il suo essere parte in causa degli avvenimenti raccontati e, nel modo in cui gli spettatori avranno modo di vedere, "complice" dello stesso Snowden, rappresenta una cesura, almeno a questi livelli di fama (il film ha vinto l'Oscar 2015 come miglior documentario) e di visibilità con tutto ciò che lo ha preceduto, facendo dell'opera un atto politico rivolto non solo al pubblico pagante ma all'intero ecumenato. E se questo ancora non bastasse a definirlo un capolavoro, aiuta ad affermarlo il fatto che "Citizenfour", nel suo essere il work in progress di un Most Wanted Man, si propone come il prototipo di una nuova forma di romanzo criminale che, nella sua purezza fenomenologica, si contamina di riferimenti in cui trovano posto reminiscenze di film come "Tutti gli uomini del presidente", "Syriana" (prodotto da Soderbergh, anche qui presente nelle stesse vesti) e, per citare l'ultimo arrivato, di "Blackhat". Con i ringraziamenti rivolti a Edward Snowden per il contributo tecnologico che ha permesso alla Poitras di depistare le ricerche dell'intelligence, e quindi, di realizzare il film, a fornire un'ulteriore testimonianza della splendida anomalia che "Citizenfour" rappresenta nel panorama del mercato cinematografico.
cast:
Glenn Greenwald, William Binney, Jacob Appelbaum, Edward Snowden
regia:
Laura Poitras
titolo originale:
Citizenfour
durata:
114'
produzione:
Praxis Films, Participant Media, HBO Films
fotografia:
Kirsten Johnson, Katy Scoggin, Trevor Paglen
montaggio:
Mathilde Bonnefoy