"Capitan Harlock - L'arcadia della mia giovinezza", previsto come capitolo iniziale a posteriori della celebre saga fantastica ideata dal genio e dalla penna di Matsumoto Leiji, risulta un affascinante sforzo di approfondimento diegetico e ripresa seducente di un cult dell'animazione, sebbene la riuscita dia adito a qualche remora. Il film anime del 1982, diretto da Tomoharu Katsumata, è nella sua componente strutturale e narrativa studiato in logica del tutto ausiliaria, come prequel, e in diretta continuità con "Capitan Harlock SSX" (1982), secondo capitolo animato della complessa epopea avente per protagonista Harlock , succeduto a "Capitan Harlock" (1978) (ambedue tratti dal manga di Matsumoto e diretti Shigeyuki Hayashi, in arte Rintarō). La pellicola è prevista in uscita per una sola serata evento nell'ottica di valorizzare il classico dell'animazione attraverso un recupero filologico (la pellicola viene restaurata e ridoppiata per avere maggior aderenza all'originale), sull'onda di "Capitan Harlock" (2013), rivisitazione in computer grafica ad opera di Shinji Aramaki e presentato fuori concorso alla 70ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
In questo caso, in un viaggio alle origini del mito, Harlock, futuro capitano dell'Arcadia, è presentato inizialmente come comandante della Ombra della Morte e membro della ormai sconfitta Federazione Terrestre; i terribili e crudeli illumidiani, conquistato il pianeta, impongono infatti una spietata dittatura, a cui però in molti si oppongono, coadiuvati dal messaggio di speranza trasmesso per radio dalla bella Maya, donna amata dal protagonista. Compare anche Tochiro, altro personaggio fondamentale nella serie degli anni settanta, che si scontra casualmente con Harlock, svelando così l'origine della amicizia trai due eroici combattenti; non manca infine la fascinosa Emeraldas e La Mine, anch'esse presenti nel fumetto Sci-fi ideato da Matsumoto. Anche tra le schiere degli occupanti emergono soggetti dalla grande statura morale: Zoll, nativo della sottomessa Tocarga e poi membro delle fila dell'esercito illumidiano, riesce a riscattarsi, mentre il generale Zeda, capo supremo delle forze nemiche, rivela alla fine un animo inaspettatamente elevato.
Intriso di motivi eroici e buoni sentimenti, i personaggi peccano di una certa monoliticità, frutto di una ingenua, ma corroborante visione d'altri tempi, lontana dalla odierna sensibilità, ma di cui, forse, si sente un poco di nostalgia. Mosso più dal comunicare un messaggio edificante che dallo sviluppo della trama, le azioni, i dialoghi e il succedersi degli eventi in generale risentono di una certa semplificazione, comune nella animazione del periodo, ma lontano dalla complessità psicologica e diegetica a cui siamo abituati. Inoltre, "Capitan Harlock - L'arcadia della mia giovinezza", film previsto come strumento per rendere conto di alcuni particolari della storia lasciati prima in sospeso, nel tentativo di concentrare molto in un breve lasso di tempo (la durata del film è di circa due ore) perde in coerenza e scorrevolezza; la smania narrativa, l'inserimento in flashback di parentesi esplicative non del tutto plausibili e motivanti, danno la sensazione che i fatti siano molte volte abbozzati, più che approfonditi. Altro aspetto che potrebbe apparire un tantino desueto è la tipologia di animazione, che risale agli anni '80 ed è perciò in linea con l'estetica del periodo; i disegni, infatti, tutti fatti a mano e lontani dalla moderna computer grafica, dal dinamismo e dalla profondità prospettica a cui siamo abituati, risultano più che altro una piacevole revival attraverso una veste formale retrò.
Film adatto ad appassionati e nostalgici del cinema d'animazione giapponese anni '80 e risultato di un'attenta operazione di recupero, risulta tuttavia piuttosto lento e confuso nello svolgimento per un pubblico abituato alla produzione attuale.
regia:
Tomoharu Katsumata
titolo originale:
Waga seishun no Arcadia
distribuzione:
Yamato Video
durata:
130'
produzione:
Toei Animation, Tokyu Agency
sceneggiatura:
Yooichi Onaka
fotografia:
Masaki Machida
musiche:
Toshiyuki Kimori